20 ottobre 2013

Non aprite quella porta (2013), almeno le attrici son gnocche..

 
"Meno male che almeno c'era la figa!". Questo avranno pensato molti maschi arrapati una volta usciti dal cinema, dopo aver visto l'ennesimo Non aprite quella porta. Sì, perché altrimenti credo che avrebbero dato fuoco al locale, chiedendo indietro il biglietto. In questo film c'è poco e niente che valga la pena ricordare, se non le tette di Alexandra Daddario, anche se non si vedono del tutto, ma basta e avanza. Incredibile quanto in un film la sola cosa che colpisce lo spettatore sia la figaggine delle due ragazze protagoniste, e basta. Mancano quelle situazioni che rendono piacevole la visione di un horror, o pseudo tale, come una piccola dose di ironia, omicidi e scorticamenti che si fanno ricordare e che colpiscono, tensione dall'inizio. Qua la faccenda è abbastanza piatta, manca di vita, di spirito. Ci passano davanti agli occhi una serie di cose che il nostro cervello assimila e poi sputa quasi subito. Non resta niente. 
Questo non è il solito remake, ma è un sequel, ovvero si svolge molti anni dopo i fatti avvenuti nel primo, unico, inimitabile film del 1974, il capolavoro di Tobe Hooper, pellicola capace di fare il culo a qualunque sequel, prequel, remake, anche a distanza di 40 anni! Il risultato però non soddisfa, anzi annoia. Cioè, reputo migliore addirittura il remake del 2003 con Jessica Biel! Ed è tutto dire.

Leatherface non fa paura manco al mio cane, una maschera un po' più orribile e realistica potevano pure fargliela. Belle le motoseghe tenute con cura nell'armadio. C'è chi colleziona motoseghe e chi film porno. A ciascuno il suo.  Lo sceriffo all'inizio sembra Jay Z, e sembra quasi che sia un bianco riempito di tinta per diventare nero.
La scena del poliziotto che entra in casa da solo, in videochiamata con lo sceriffo e il sindaco, è forse un po' salvabile, ma un pochetto. Mio dio, il sangue finto mi ha fatto incazzare in un paio di scene, soprattutto in quella finale, con la morte ridicola del sindaco maciullato da quel tritacarne o quello che è. E poi, non so se l'hanno fatto apposta, ma quando vediamo i cadaveri fatti a pezzi nel rifugio di Leatherface, inquadrano di lato uno di loro sul tavolo, e il braccio sembra quello di una bambola gonfiabile! Palesemente finto! Allucinante!
Il finale è davvero assurdo. Lo sceriffo lascia morire il sindaco, per carità, un coglione calzato e vestito, che aveva sterminato la famiglia di Leatherface 30 anni prima, e lascia libero il pazzo con la motosega! Cioè, io approvo molte cose nei film, perché è tutta una finzione, non sono pignolo, non vado a cercare il pelo nell'uovo e la plausibilità di ogni cosa. Però, cazzo, quello lì ha fatto fuori 3 ragazzi quello stesso giorno, massacrati e fatti a pezzi, e tu lo lasci andare perché lo sceriffo ha dato di matto, facendo un'altra cazzata dopo quella di molti anni prima. Bah.. caro Jay Z, credo che ti toglieranno la stelletta di sceriffo e la butteranno nel cesso.


Ma veniamo alle cose importanti. Le due gnocche. Signore e signori, vi presento Alexandra Daddario e Tania Raymonde, che io conoscevo già per aver interpretato Alex in Lost, a quei tempi era veramente un cesso, ma ora devo dire che è sbocciata, dappertutto.
Sebbene il regista ci delizi con inquadrature delle tette e del culo di Tania, a farla da padrona in tutte le scene è proprio la Daddario. La conoscevo solo di nome, ma non l'avevo mai vista all'azione sullo schermo. Da togliere il fiato. Bellissima, con quegli occhi azzurri penetranti e uno sguardo innocente, calmo, ma soprattutto con un fisico DA URLO cavolo! Una bomba sexy! Qualcuno denunci il regista per non averle fatto spostare ancora di più la camicetta nella scena finale! Dato che c'erano potevano anche farcele vedere le boobs! Avrebbe dato un tocco di classe al tutto.

Comunque... Alexandra Daddario aveva la mia curiosità, ma ore ha la mia attenzione (semicit.).

Il genere horror è uno dei più difficili da affrontare ora, perché la gente non si spaventa facilmente, ha visto tutto, TUTTO. Quindi bisogna essere davvero originali per confezionare qualcosa di veramente valido, sia esso un remake, un sequel, o qualunque cosa. Ah, e ricordatevi che servono attrici bone. Così si va sul sicuro.


I culi introduttivi nei vari film:



Marilyn Burns (Sally Hardesty): 1974









Tania Raymonde (Nikki): 2013











Jessica Biel (Erin): 2003




























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