13 ottobre 2013

GRAVITY - Recensione del film con George Clooney e Sandra Bullock


Una delle cose che più detesto è uscire dal cinema deluso dal film appena visto. Mi è capitato pochissime volte nella mia vita, l'ultima ieri sera, dopo aver visto il tanto osannato Gravity.
Alfonso Cuaron è un tuttofare: ha scritto, montato, prodotto e diretto questa angosciante viaggio nello spazio. Angosciante inteso come claustrofobico, ansioso, oppure nel senso di rottura di palle. Ecco, nel mio caso sono più propenso ad optare per il secondo. Mi aspettavo molto ma molto di più, dopo tutte le critiche positive, i commenti entusiasti che ho letto in questi giorni in rete. Ero pronto a farmi venire l'ansia, pensavo di vedere un finale da pelle d'oca. Niente. Era meglio se non pensavo affatto.
Questo è uno di quei film dove il 3D vale davvero il prezzo del biglietto. Spettacolare. Non oso immaginare vederlo alla tv, o al pc in streaming! Una merda!  
 Micidiali le scene dove i detriti dei satelliti si disintegrano contro i protagonisti, ed escono pure dallo schermo! Devo ammettere che lì ho saltato sulla sedia un bel po' di volte!
Promossa la regia di Cuaron, con inquadrature spettacolari, movimenti di macchina fluidi, mai niente di pesante per gli occhi, forse solo quelle dal punto di vista dei protagonisti, da dentro il casco, ma non ne hanno abusato e non hanno pesato per niente.
I panorami della Terra sono una meravigli aper gli occhi. Probabilmente il film più spettacolare girato nello spazio, proprio considerando le immagini, ma questo è scontato.

Per il resto non mi ha convinto. Non mi ha entusiasmato. George Clooney è stato liquidato troppo presto, in modo molto veloce. Infatti il suo personaggio è totalmente messo in ombra da Sandra Bullock. Fenomenale. La nomination all'Oscar per me è quasi sicura. Davvero una prova attoriale da lode, difficile, stancante, forte.
I personaggi sono caratterizzati bene, per quel poco che parlano, a parte Clooney che non fa altro che ripetere battutine.
 
 
Mi dispiace non averlo apprezzatto. Magari dopo una seconda visione cambierò anche il mio giudizio. In giro leggo solo critiche positive. C'è chi lo definisce epico, chi sublime, chi un grandissimo viaggio nella speranza e nella rinascita. Per carità, non sto dicendo che fa cagare. Effetti speciali, 3D, immagini, tutto questo è meraviglioso, ma non ho colto il senso profondo dell'opera di Cuaron, così mi pare di capire. Il suo essere epico e introspettivo allo stesso tempo, questo sì che l'ho capito e l'ho apprezzato, ma non così tanto da definirlo un capolavoro. Devo essermi perso qualcosa.

Forse sono stato attento solo all'aspetto catastrofico e meno a quello umano, forse la colpa è di quei quattro coglioni quarantenni che non si sono stati zitti un attimo, distraendomi, oppure è solo perchè, citando un mio amico: "siamo superficiali, tipici italiani da cinepanettone", che non è vero ovviamente, perché odiamo i cinepanettoni, ma che è una battuta che smorza l'atmosfera triste, come ogni volta che un film mi delude.

Era meglio se andavo a vedere The Bling Ring. Sicuramente Emma Watson e Taissa Farmiga le avrei capite a fondo.

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