30 dicembre 2014

La mia personale TOP TEN dei migliori film del 2014




Il 2014 è stato un anno decisamente ricco di titoli cinematografici davvero belli. Ho preso in considerazione i film usciti quest'anno in Italia.

Ecco la TOP TEN dei miei film preferiti per il 2014.


10) AMERICAN HUSTLE di David O. Russel

Ottimo film che intrattiene e diverte, dove funziona praticamente tutto, e per questo David O. Russell deve ringraziare soprattutto un cast a dir poco perfetto: Amy Adams meravigliosa, quasi sempre con mezze tette di fuori; Bradley Cooper divertentissimo; Christian Bale MOSTRUOSO!!!!, a tratti davvero irriconoscibile, spettacolare davvero.. E poi Jennifer Lawrence, che ha una piccola parte ma riesce ad essere comunque devastante e a bucare lo schermo prendendosi pure un’altra nomination all’Oscar. Immensa.

9) COLPA DELLE STELLE di Josh Boone

Senza dubbio il caso letterario e cinematografico dell’anno, che ha spaccato la critica e il pubblico fra chi lo ha ritenuto merda per bambini e chi è riuscito ad apprezzarlo senza esagerare. Io appartengo alla seconda categoria. Ho adorato il libro per una serie di motivi, e il film non ha deluso. Ovviamente non c’è paragone con la pagina scritta, ma ha colto comunque nel segno, con una coppia di attori ben assortita, in cui spicca Shailene Woodley e il suo sguardo killer.



8) DALLAS BUYERS CLUB di Jean-Marc Vallée

Non un grandissimo film, o chissà cosa, ma un bel film reso grande dalle interpretazioni incredibili dei due protagonisti. Jared Leto immenso e Matthew MacCounaghey ancora di più. Gli Oscar più meritati dell’anno.








7) FROZEN di Chris Buck e Jennifer Lee

Passano gli anni ma restiamo sempre incollati allo schermo, gli occhi lucidi, e per un'ora e mezza torniamo bambini. Il bello di questi film è che riescono a sciogliere il cuore degli adulti. Parliamo di neve e ghiaccio, quindi "sciogliere" è la parola giusta.
La cosa migliore di questo film sono i personaggi, non i soliti stereotipi a cui le fiabe o i vecchi film ci hanno abituati, no. La Disney fa un passo avanti, un gran passo.
Ne ho parlato qui --> http://borntodream-ink.blogspot.it

/2014/03/frozen-meravigliosa-storia-di-un-legame.html


6) ALABAMA MONROE (The Broken
Circle Breakdown) di Felix Van
Groeningen


Qualcosa di straordinario, di una potenza stilistica e narrativa incredibile. Andrebbe visto anche solo per il montaggio, la fotografia, le musiche e per i due attori protagonisti, ovvero Johan HeldenberghVeerle Baetens. Dire bravissimi è un eufemismo. Straordinari direi!
Ne ho parlato qui --> http://borntodream-ink.blogspot.it/2014/05/alabama-monroe-la-vita-non-ti-lascia.html
 


5) 12 ANNI SCHIAVO di Steve McQueen

Classico film da Oscar. Perfetto nel complesso. Scenografie, costumi, fotografia, regia, sceneggiatura, interpretazioni. Una vera bomba.
Vorrei fare un caloroso applauso al magnifico cast, soffermandomi soprattutto sulle prove di Lupita Nyong'o, davvero una performance da brividi, bravissima, me la ricorderò da ora in avanti, e ovviamente di Michael Fassbender, un MOSTRO, fa davvero paura da quanto è bravo.
Ne ho parlato qui --> http://borntodream-ink.blogspot.it/2014/02/12-anni-schiavo-potente-emozionante.html


4) INTERSTELLAR di Christopher Nolan

"L'amor che move il sole e l'altre stelle".

Ne ho parlato qui --> http://borntodream-ink.blogspot.it/2014/11/interstellar-recensione-lamor-che-move.html






3) THE WOLF OF WALL STREET di Martin Scorsese 

Martin Scorsese + Di Caprio = epicità, divertimento, regia immensa, recitazione
divina.








2) NEBRASKA di Alexander Payne

Spesso i film migliori sono quelli che ti colpiscono nella loro semplicità narrativa e tecnica. Una sceneggiatura solida, un cast ben assortito, delle location particolari. Elementi che ti consentono di catturare immediatamente l'attenzione dello spettatore e lasciargli qualcosa dentro dopo la visione. Nebraska è tutto questo.
straordinaria interpretazione di Bruce Dern che, lasciatemelo dire, se avesse vinto l'Oscar nessuno avrebbe potuto dire nulla. Ma erano tutti impegnati con Di Caprio e McCounaghey, me compreso.
Ne ho parlato qui --> http://borntodream-ink.blogspot.it/2014/11/nebraska-recensione.html

1) HER di Spike Jonze

La storia d'amore del 21' secolo. Malinconico. Sensibile. Delicato. Meraviglioso. Un gioiello.
Ci sono quei film che ti entrano dentro, ti scuotono, smuovono qualcosa dentro di te, riescono ad emozionarti in una maniera incredibile, magari perché li vedi in un momento particolare della tua vita, ed è come se il film arrivasse in quel preciso momento per un motivo, quasi a ricordarti quello che sei o che potrai essere, o ad accendere una scintilla dentro di te.
Nella sua "complessa semplicità", Her è un po' tutto questo. Un gioiello da tenere stretto.


Avrei voluto potesse vincere l’Oscar come Miglior Film, non è andata così, ma nel mio piccolo mondo lo ha vinto. Mi consolo col premio alla sceneggiatura di Spike Jonze, divina. 
Joaquin Phoenix commovente, e la voce di Scarlett Johansson calda, eccitante, meravigliosa.




7 dicembre 2014

MAGIC IN THE MOONLIGHT: Provaci ancora, Woody


Sapendo che Woody Allen negli ultimi anni non è stato più brillante come una volta, riguardo a questo film non avevo molte pretese; lo aspettavo da tempo, questo sì, ma giusto perché un film di W. suscita sempre attenzione ed ero curioso di vedere all'opera Emma.

Diciamo subito che Midnight in Paris in confronto è di un altro pianeta. Non c'è cosa più brutta di quando un film che vedi non ti lascia nulla, che sia una sensazione, un'emozione, uno sconvolgimento interiore o esteriore. Questo film non mi ha lasciato nulla. Si fa guardare, è piacevole, come ogni opera di Woody, ma oltre non c'è nulla di più. L'ho trovato molto veloce, con una sceneggiatura in molti punti tirata via e grossolana, che liquidava troppe cose in modo repentino. E il film passa davanti senza grosse pretese. 
Alla fin fine è una storiella, che racchiude tanti elementi tipici di Allen, come il rapporto tra pessimisti e ottimisti, la magia, il destino avverso, la critica all'alta società, la religione.. Ma manca di brillantezza.. Non c'è nessuna chimica tra i due personaggi, e anche la loro storia non aiuta a rafforzare il rapporto che non lascia nessuna emozione. 

Mi strappa una sufficienza rosicata, grazie soprattutto a Colin Firth, assolutamente fantastico, che è forse la cosa migliore del film insieme a qualche battuta che pronuncia. Emma Stone fa il suo dovere, diverte, illumina la scena ma niente di più. 

Woody io ti darei un consiglio, se posso: non c'è bisogno di fare 1 film all'anno; vabbé che sei vecchio e te la starai facendo sotto pensando alla morte e alla non vita dopo di essa, però almeno dedicati bene a quello che scrivi. Dai. Intanto io mi consolo sapendo che ho un sacco di film tuoi vecchi ancora da vedere.

Voto: 6/10



3 dicembre 2014

INDIAVOLATO, STASERA IN TELEVISIONE



Uscito nel lontano novembre 2001 (cacchio, sono già passati 13 anni!), Indiavolato è la tipica commedia da vedere da soli ma anche con amici per passare qualche oretta in totale spensieratezza. Il film verrà trasmesso questa sera in televisione su Rai Movie alle 21,15, quindi ne approfitto per farne una breve presentazione della sceneggiatura. Chissà che a qualcuno di voi non venga voglia di vederlo!

Elliot Richards è depresso perchè ha perso ogni speranza nel tentare di conquistare Alison (la ragazza dei suoi sogni). E’ ormai sul punto di togliersi la vita quando gli arriva dal nulla un’offerta dal diavolo in persona. L’offerta è davvero allettante: Elliot ha la possibilità di esprimere 7 desideri in cambio della sua anima. Ad un uomo che sta per uccidersi che gli potrà mai importare della sua anima? Così accetta e in men che non si dica ricchezza e fama diventano il centro della sua vita. Grazie ad uno stratagemma riuscirà però ad appropriarsi della sua anima e, essendo ormai un uomo più sicuro di sé, troverà finalmente il coraggio di parlare con Alison.




Trama semplice e lineare, ovviamente. Non ci si aspetta granchè da un commediola del genere ispirata dalla piece teatrale di Peter Cook se non l’unico scopo di intrattenere lo spettatore, giusto il tempo di finire i pop corn e farsi due risate.

Comunque, ad onor di cronaca, Brendan Fraser è l’attore principale noto soprattutto per La mummia e Viaggio al centro della Terra. Mentre nelle vesti del diavolo troviamo la bellissima e seducente Elizabeth Hurley, che già di per sé fa venir voglia di guardare il film .





25 novembre 2014

JURASSIC WORLD - Trailer Ufficiale


Come ho scritto QUI, io sono cresciuto coi film di Spielberg, in particolar modo con Jurassic Park e Il Mondo Perduto (il 3 l'ho quasi rimosso), quindi quando ho saputo di un 4' capitolo, ho avuto una reazione pacata e tiepida. Sono sì felicissimo di poter ammirare di nuovo le gioie e i dolori di Isla Nublar sullo schermo, ma sono anche preoccupato dal risultato. Come spesso accade con le minestre riscaldate c'è il rischio di incappare in banalità e nel ridicolo, di rovinare un momento cinematografico fottutamente epico della mia infanzia.
Ventidue anni dopo gli eventi di Jurassic Park, Isla Nublar dispone di nuovo di un parco a tema giurassico, chiamato Jurassic World, come inizialmente pensato da John Hammond. All'interno di questo nuovo parco, di cui il proprietario è la Masrani Corporation, lavora Owen che porta avanti ricerche sui comportamenti dei Velociraptor. Dopo molti anni, il numero di turisti in visita al Jurassic World inizia a calare e una nuova attrazione, creata per ri-attirare l'attenzione del pubblico, sfugge al controllo.
Jurassic World sarebbe dovuto uscire a giugno 2014, ma la release è stata posticipata per problemi di regia e sceneggiatura che hanno fatto slittare tutta la produzione (ANNAMO BENE! PROPRIO BENE!). L'uscita nelle sale USA è per il 12 giugno 2015.
Il regista è Colin Trevorrow (e chi minghia è??), e il cast annovera, tra gli altri, Vincent D'Onofrio (Palla di lardo in Full Metal Jacket), Chris Pratt e Bryce Dallas Howard (figlia di Ron).

Il trailer promette grande spettacolo, anche se non lascia respirare ancora l'aria del film.
Io spero che non facciano stronzate, anche se quei velociraptor che sembrano addestrati mi fanno storcere il naso.




17 novembre 2014

NEBRASKA (recensione)



Titolo originale: Nebraska
Paese: USA
Anno: 2013
Genere: drammatico
Regia: Alexander Payne
Sceneggiatura: Bob Nelson
Cast: Bruce Dern, Will Forte, June Squibb, Bob Odenkirk, Stacy Keach
Woody Grant è un vecchio padre di famiglia alcolizzato che crede di aver vinto un milione di dollari grazie ad un concorso della Mega Sweepstakes Marketing. Decide così di mettersi in viaggio, dal Montana al Nebraska, a piedi. Suo figlio David, dopo vari tentativi di dissuaderlo, decide di accompagnarlo in macchina, lasciandogli credere che il fruttuoso premio sia reale. Sua moglie Kate è contraria al viaggio, ma accetterà di venire nella cittadina in cui viveva prima dove il marito e il figlio hanno fatto sosta prima di raggiungere la città di Lincoln. Per l'occasione ci sarà una rimpatriata di famiglia. Dopo che la falsa notizia della vincita si è diffusa, i vecchi amici e alcuni parenti inizieranno a pretendere dei soldi da Woody, ma quando scopriranno che la vincita è fasulla lasceranno perdere. Arrivato a Lincoln, Woody chiede di riscattare il premio ma verrà confermato che non è lui il vincitore, e quindi tornerà a casa con David, che gli compra un furgone nuovo (come il padre desiderava). 

Spesso i film migliori sono quelli che ti colpiscono nella loro semplicità narrativa e tecnica. Una sceneggiatura solida, un cast ben assortito, delle location particolari. Elementi che ti consentono di catturare immediatamente l'attenzione dello spettatore e lasciargli qualcosa dentro dopo la visione. Nebraska è tutto questo. 

Un road movie pieno di sentimenti, rimpianti e sguardi inesorabili verso il passato. 
Incorniciato con un meraviglioso bianco e nero, l'entroterra degli Stati Uniti, quello meno utilizzato dal cinema, è un vero e proprio protagonista: terra desolata, quasi dimenticata da dio, ma bellissima nella sua particolarità; terra selvaggia ma non troppo, calma, con panorami incredibili, dove si estende il nulla più assoluto per tantissimi chilometri. Il nulla è caratteristica anche della vita degli abitanti di queste terre. Non succede niente, non c'è molto da fare. Si va al classico bar a bere al bancone, si canta al karaoke, si passa il tempo davanti alla tv, compagna mai abbandonata. Per questo quando in paese scoprono che Woody "ha vinto" 1 milione di dollari, ecco che scoppia il finimondo: tutti ne parlano, tutti sono elettrizzati, anche se magari non avranno manco un centesimo di quella somma. Ma che ce ne frega, nella nostra piccola cittadina è finalmente successo qualcosa di eclatante! Il protagonista, Woody, è la rappresentazione in carne ed ossa dell'aria che si respira in queste terre. È un tipo di poche parole, non ha mai fatto male a nessuno, vive la propria vita senza pretendere molto di più, e beve. L'alcol è una caratteristica importante di questi posti. Spesso si beve perché non c'è altro di meglio da fare.

Questo animo all'apparenza burbero, sintomo dell'età che avanza, nasconde in realtà una gentilezza e sincerità incredibili. Come veniamo a scoprire nel corso della visione, Woody è stimato da tutti, perché non si è mai tirato indietro quando qualcuno chiedeva il suo aiuto. Ma dimostra anche un eccessivo buonismo. Non è mai riuscito a dire di no alle persone. Su Woody si stagliano le ombre di una comunità che spesso ti schiaccia se non sei abbastanza duro per resistergli, col tuo vicino di casa che magari davanti ti sorride ma ti pugnala alle spalle. Tutti approfittano del buon Woody, e quando si stringono attorno a lui dopo aver scoperto della "vincita", rivelano subito i propri secondi fini. I soldi interessano più di un vecchio amico tornato a casa dopo anni. E Woody neanche ora riesce a capire di essere preso in giro. O forse lo capisce, ma non gliene importa nulla, perché alla fin fine è ormai vecchio. Inutile sprecare tempo e fiato con queste persone, meglio mettere le mani subito su quei soldi.

In quest'avventura Woody è guidato dal figlio David, che lavora al settore elettronica di un centro commerciale. I due non hanno mai  avuto un rapporto idilliaco, ma tutta questa storia dei soldi riesce a ricucire un rapporto ormai quasi del tutto incrinato. Il film racchiude il suo centro proprio in questo rapporto padre/figlio. Il viaggio come riscoperta di sé stessi. Sì, è un tema molto sfruttato nel cinema, ma qua trovo che sia davvero rappresentato terribilmente bene. Woody non cerca l'avventura, non vuole fare una pazzia per il gusto di farla, tanto per uscire di casa. No. Non gli sarebbe mai importato di andare a rivedere i propri parenti. La tappa al suo paese natale, il rivivere i luoghi che lo hanno fatto crescere, i volti delle persone che lo hanno amato, sbeffeggiato e imbrogliato, smuove qualcosa in Woody. Noi ce ne accorgiamo anche se lui non lo fa notare apertamente, perché è fatto così. Non è assolutamente espansivo, è introverso e non riesce ad essere incazzato col mondo, non ci è abituato, non fa parte del suo bagaglio di esperienze, dato anche dal fatto di essere cresciuto lì. E qua sta la straordinaria interpretazione di Bruce Dern che, lasciatemelo dire, se avesse vinto l'Oscar nessuno avrebbe potuto dire nulla. Ma erano tutti impegnati con Di Caprio e McCounaghey.
Woody è un personaggio caratterizzato in maniera assurda e perfetta. Anche se non è evidente, noi riusciamo a scrutare un po' nel suo animo e a provare compassione per lui. Lui affronta il viaggio, cerca di mettere le mani su quei soldi tanto agognati per una cosa e una soltanto: lasciare qualcosa ai propri figli. E qua sta il senso del film. Woody è invecchiato. Ha dato uno sguardo al proprio passato. In un certo senso si pente. Crede di non aver lasciato nulla ai figli che valga la pena ricordare. Vuoto totale, l'alcol, una vita passata a fare favori a persone che poi ti voltano le spalle.. I rimpianti sono la cosa peggiore. Woody non l'ha mai fatto notare, complice il suo carattere particolare. L'assenza di comunicazione. Questo viaggio fa capire che Woody ha sì lasciato qualcosa ai figli, magari inconsapevolmente: un'educazione, un senso civico, il rispetto e l'orgoglio. Riusciamo ad intuirlo soprattutto nelle scene in cui David e il fratello si scontrano coi cugini e parenti. Capiamo subito che c'è una differenza abissale di modi di vivere e di educazione. 
 
La mancanza di comunicazione è uno dei problemi di tante famiglie, soprattutto di quelle che vivono in luoghi rurali. Spesso non si riesce a comunicare agli altri i nostri sentimenti, perché c'è qualcosa che ci blocca, ci rende improvvisamente freddi anche davanti alle persone che ci stanno vicine da sempre. Questa incomunicabilità ha contraddistinto la famiglia Grant per anni. Incomunicabilità nel senso di poca espansività. Piccoli, piccolissimi gesti per fa capire il nostro amore, il nostro rispetto. Mi viene in mente la moglie di David, Kate, che per quasi tutto il tempo lo insulta, lo prende in giro, e poi quando lui è sul letto di ospedale gli dà un bacetto sulla guancia. Un gesto piccolissimo ma che rappresenta bene ciò che ho scritto. Anche in quel piccolo bacio c'è amore, c'è il volersi bene per sempre. È piccolo, ma per loro è così.
Woody scopre che non c'è nessun milione di dollari. Uno si aspetta una reazione incazzata. No. Pazienza. Io c'ho provato.
Ma il figlio, David, dopo aver saputo di come il padre è stato trattato in passato, sapendo ora che sotto quell'animo burbero c'è un brav'uomo, gli compra il pick-up che tanto desiderava. E arriviamo ad una bellissima sequenza in cui Woody, al volante del suo pick-up, percorre la strada principale del suo paese natale, facendo credere a tutti di essere davvero ricco, e prendendosi una piccola rivincita in una vita fatta di piccole ma importanti cose.


Voto: 9/10




15 novembre 2014

Non mi frega più nulla di JOHNNY DEPP.

"Che cazzo sto combinando?"

Johnny Depp torna a far parlare di sé. Finalmente una grande interpretazione dopo tanto tempo? Nahhh. Semplicemente ubriaco agli Hollywood Awards (le foto qui).

Naturalmente le sue fanz si scatenano in sua difesa. Non so quale fan club sia peggio tra Belieber, Directioner e GIONNIDEPPER.

- "anche il più ubriaco dei Johnny Depp è sicuramente meglio del più sobrio dei Gabriel Garko...lui può,diobestia" 
LUI PUO'. OK.
- "è uno dei migliori attori in assoluto, riesce ad interpretare qualsiasi ruolo, fa tantissimi film ed è un figo pazzesco!". 
FA TANTISSIMI FILM DOVE? Interpreta SEMPRE LO STESSO RUOLO vorrai dire. Tra i Migliori Attori forse 10 ANNI FA!
- "Se Johnny Depp è una stella cadente.. lui è il bello dannato, quello da mansarda polverosa e buia con milioni di bottiglie d'alcolici sparsi sul pavimento. Prr questo che lo amiamo" 
BEH CERTO! Fottesega se fa film di merda. L'importante è che sia figo.

Johhny Depp non è intoccabile, scusate. Personalmente di lui non mi frega più nulla, proprio perché cinematograficamente parlando non ha più nulla da dirmi. Ha fatto grandi film (penso a Paura e delirio a Las Vegas, Donnie Brasco, Nemico Pubblico), ha dimostrato di essere un grande attore, ma poi si è come perso, restando intrappolato quasi sempre nello stesso personaggio, sempre con tonnellate di trucco e parrucco. E non venitemi a dire che è un genio dell'immedesimazione solo perché riesce ad essere diversamente stravagante sempre. Ha dato una brutta piega alla propria carriera. Io lo vorrei vedere in un ruolo DRAMMATICO, uno di quei ruoli che ti permettono di dare un'interpretazione degna di nota, che possa emozionare lo spettatore e fargli capire quanto cavolo sei bravo a recitare. Ecco. Non sto dicendo che Depp è una merda, assolutamente. Seguo attentamente il cinema e non sono l'ultimo arrivato in questo e mi dispiace dover dire questo.. Depp è sparito dai miei radar.


14 novembre 2014

DIVERGENT - Gli occhi di Shailene Woodley sono la cosa più interessante


Titolo originale: Divergent
Paese: USA
Anno: 2014
Genere: azione, fantascienza, sentimentale
Regia: Neil Burger
Cast: Shailene Woodley, Theo James, Kate Winslet, Zoe Kravitz, Ansel Elgort, Ashley Jud 

In un futuro in cui una grande guerra ha distrutto le città e reso necessario un mutamento nell'organizzazione delle società, la razza umana vive divisa in cinque caste la cui appartenenza non si dà per nascita ma per scelta individuale al compimento della maggiore età. I Candidi (sempre sinceri) si occupano di esercitare la legge, i Pacifici (sempre gentili) coltivano la terra per sfamare tutti, gli Eruditi (sempre a conoscenza di tutto) sono insegnanti e ricercatori, gli Abnegati (altruisti) si occupano di governare e infine gli Intrepidi si occupano della protezione. Al momento di compiere un test sulla personalità utile a capire a quale gruppo si è più affini Beatrice Prior risulta Divergent, cioè non affine a nessuna categoria, un risultato rarissimo che la mette in pericolo. L'ordine sociale infatti impone di eliminare quelli come lei poiché la loro stessa esistenza è una minaccia all'ordine così costruito. Celando la sua natura Beatrice sceglie gli Audaci e comincia il suo addestramento a una vita di cui non è certa.

Confesso che ho guardato questo film solo ed esclusivamente perché c'è Shailene Woodley. Pensate che una delle poche cose davvero fighe del film sono i suoi occhi e il suo sguardo. Il resto.. beh.. poteva essere gestito meglio. 
Le somiglianze con Hunger Games ci sono, ma io ci son passato benissimo sopra. Sticazzi se Tris non è cazzuta come Katniss
Comunque, il film ha una durata eccessiva (140 minuti) ma paradossalmente alcuni eventi vengono liquidati con troppa fretta. In pentola bollono un bel po' di cose, di cui sembra non venirne mi a capo. A volte c'è una scena e pensi "perché cazzo hanno agito così? Cosa mi son perso?". Il principio di azione/reazione viene parecchio ignorato.
Altro punto debole è, secondo il parere di uno che il libro non l'ha letto, l'assenza di un forte background. Cioè, non sappiamo quasi nulla dei personaggi, non sappiamo bene come funzionino queste Fazioni che ci vengono presentate in maniera sbrigativa all'inizio; oppure perché Tris e il fratello sembrano odiare così tanto la loro fazione originaria? Mah. Questi personaggi agiscono in un futuro che non è neanche così tanto caratterizzato. 

Insomma, Divergent sembra più che altro un'introduzione troppo lunga ai film successivi (che vi ricordo essere altri 3!!!). Tutto sommato è stata una visione piacevole, anche perché non avevo grosse pretese e, come ho già scritto, ci son capitato solo per la Woodley che qui è molto brava nell'interpretare la ragazza abnegata, debole, tutta carina e coccolosa che poi si trasforma in guerriero. Non ho assolutamente ansia di vedere i successivi capitoli, m prima o poi... allo sguardo di Shailene non si resiste, mannaggia!
 Voto: 6+/10

Hanno appena detto a Shailene che dovrà interpretare Tris in altri 3 film!



13 novembre 2014

INTERSTELLAR (recensione) - "L'amor che move il sole e l'altre stelle"

La passione per il cinema ce l'ho da quando sono piccolo, e via via che mi nutrivo di film, cambiava pure il mio modo di approcciarmi a loro. All'inizio mi interessavo principalmente alla trama, alla storia, ma ora questa non è più la cosa più importante che mi piace trovare in un film. Adesso sto attento ad ogni particolare, ad ogni aspetto, godo di una bella fotografia, di un'inquadratura meravigliosa, di un montaggio vorticoso, di un ordine non cronologico degli avvenimenti. Son passato dal pensare solo ed esclusivamente alla trama, a godere sì della sceneggiatura, ma anche e soprattutto di ciò che i miei occhi vedono, delle immagini pure e incredibili. Per questo riesco a vedere con scioltezza anche film complessi dove magari vige l'assurdo e la mancanza (magari apparente) di una storia. E il cinema mi piace quando presenta opere che ti fanno viaggiare con gli occhi e con la mente, tenendoti lì incollato anche se ciò che hai davanti non è di tua immediata comprensione, e ti fa perdere nei meandri delle immagini e dei colori, ponendoti mille domande e poche risposte, costringendoti a mettere in moto il cervello e a pensare a ciò che hai appena visto. E lì capisci che il cinema può essere davvero un grande esperienza da vivere.

Ecco, se posso trovare un difetto a Interstellar, è proprio il fatto di non lasciare spazio all'immaginazione dello spettatore, come altri film del genere ci hanno abituati, ma dandoti tutte le risposte, chiudendo il cerchio perfettamente, e un volta che arriva lo schermo nero lì finisce tutto. Niente seghe mentali, niente cervello fritto. Tutto ciò che dovevi sapere l'hai saputo. Tutto ciò che dovevi vedere l'hai visto. Ma tutto questo è comunque giustificato, visto che Interstellar si pone come opera che cerca di abbracciare un vasto pubblico, sia lo spettatore che vede un film all'anno, sia quello che si ammazza di immagini dalla mattina alla sera. Nolan ci ha abituati alle sceneggiature zeppe di dialoghi, dove ad ogni domanda corrisponde più o meno una risposta, e tutti i nodi vengono al pettine in finali incredibili e molto lunghi, come in quest'ultimo caso. Questo è un film con un grande potere, ovvero quello di riunire spettatori di diverso tipo all'interno di una mastodontica opera che riesce ad affrontare temi difficili come l'astronomia e l'astrofisica rendendoli materia di cui possono godere tutti, accanto a temi cari al cinema come la sopravvivenza dell'uomo, la fine del mondo, il viaggio spaziale, i legami familiari e, più di tutti, l'amore.



"L'amor che move il sole e l'altre stelle", dice Dante nell'ultimo verso del Paradiso.
Interstellar è un dramma fantascientifico dove, udite udite, alla fine è l'amore che muove tutte le altre cose. È l'amore per la sua famiglia e per i suoi concittadini terrestri che permette a Cooper di svolgere la propria missione fino alla fine e affrontare quel viaggio incredibile; è l'amore che dà speranza ad Amelia, lì dove tutto andava per il verso sbagliato; è l'amore che permette a Murph-grande di diventare l'eroina cazzutissima che salva il mondo. Amore in senso ampio, non relegato al semplice amare una persona, che ingloba tutti i sentimenti che completano noi umani e che rendono unica la nostra specie. Potremmo anche essere super mega ultra intelligenti, ma senza un sentimento che ci muove, che sia un istinto di sopravvivenza o il voler proteggere i nostri cari, non andiamo da nessuna parte.

Nolan ci offre un viaggio, e noi non dobbiamo fare altro che allacciare le cinture e lanciarci in quest'incredibile epopea insieme a Matthew diolobenedica McCounaghey. Ho avuto la fortuna di vedere il film in inglese coi sottotitoli al cinema, così ho potuto godere delle voci originali e ommioddio Mecconaghy quanto ca**o è fico da veder recitare e quanto cavolo godono le mie orecchie a sentire la sua voce. Che dire di Anne Hathaway, brava molto brava (ma non credo da Oscar come alcuni dicono) e particolarmente bella, avevo paura mi deludesse e invece!
Quasi a metà film mi stavo preoccupando di non vedere ancora Jessica Chastain ma poi ho fatto 2+2 e ho capito quando l'avrei vista. Ruolo all'apparenza marginale ma importantissimo e cazzo la adoro sempre di più!
P.S. il padre di Cooper è niente po' po' di meno che il serial killer Trinity visto nella 4' stagione di Dexter. Così, giusto per ricordare l'apice di quel telefilm che dopo è diventato merda.


Ma passiamo a quella che per me è stata la vera sorpresa del film, parlando sempre di cast.
Il personaggio della piccola Murph è già figo di per sè, se poi ci mettono la 14enne Mackenzie Foy ad interpretarla allora siamo a cavallo! Ma che spettacolo è questa ragazzina? A parte gli occhi e lo sguardo incredibili, ma quanto recita bene? Magari esagero, magari sono io rincoglionito che mi appassiono alle piccole attrici (no, non sono un pedofilo, posate quel telefono!), ma ogni volta che appariva bucava letteralmente lo schermo! Una faccia cinematografica a livelli incredibili. Brava brava e brava. Avessi 8 anni di meno credo che mi prenderei una cotta potentissima per lei. Ma mi limito a diventare subito un suo nuovo fan e a seguirla in una carriera che sperò sarà rose e fiori! (che diamine, a 14 anni recitare in un film di Nolan, e in un film delle dimensioni di Interstellar non è poco!).

Menzione speciale va alle musiche di Hans Zimmer. Un Dio. Non stupisce più. Emoziona. Sempre.



Interstellar è da consigliare a tutti, perché questo è il suo pregio: può essere apprezzato da tanti, e va fatto conoscere, perché nessuno si perda l'esperienza di questo viaggio, perché tutti capiscono che il Cinema è questo: vivere l'emozione che le immagini e i sentimenti possono regalarci.





10 novembre 2014

Taylor Swift super autoironica nel video di Blank Space


Come secondo singolo estratto da "1989" non potevo chiedere di meglio, ovvero quello che, per ora, è il mio pezzo preferito dell'album. 
BLANK SPACE.

Un video super mega AUTOIRONICO, dove Taylor si fa beffa di tutti presentando il ritratto che i Media e gran parte del mondo hanno di lei:
una ragazza bellissima che vive in un mondo fatato, sola soletta nella sua enorme casa vuota, ossessionata dagli uomini e dall'amore, con la compagnia di un gatto, circondata da felici uccellini e cavalli bianchi, in attesa del principe azzurro che naturalmente arriva (ma a bordo di un'auto super sportiva e lussuosa), e col quale affogare nel romanticismo più totale e in scenette da bimbaminkia tipo la scritta sull'albero.

Ma che ne sappiamo noi di quello che questa meravigliosa ragazza è o  non è? Probabilmente pochi eletti, oltre a lei ovviamente, possono avere la risposta. 

Lo leggo come un ulteriore prova del volersi lasciare un po' alle spalle il luogo comune che si è creato attorno a lei. Abbandonare il passato certo che no, dio benedica Fearless e Speak Now, ma giusto far capire al mondo che anche lei è cresciuta, ed è pronta a spaccare i culi! Almeno quello di Niki Minaj, anche se è un'impresa, visto il suo apporto inutile al mondo della musica.





11 ottobre 2014

SIN CITY 2: Non un film per cui uccidere


Non basta un 3D che a me è piaciuto molto, applicato ad un film del genere; non basta una Jessica Alba incredibilmente figa, capace di fermare il tempo e togliere il respiro nei secondi in cui muove quel culetto sul palco; non basta una megaultrafiga Eva Green quasi sempre con le tette di fuori; non basta la scusa "eh ma è un film che deve intrattenere e basta". Quando hai dei personaggi deboli, fiacchi, stanchi di apparire in scena, allora anche il semplice intrattenimento potrebbe non funzionare.

Sono uscito dalla sala deluso da questo Sin City 2. Deluso perché sinceramente dopo 9 anni mi aspettavo molto di più. E invece, guardandolo, avevo la perenne sensazione di qualcosa di visto e stravisto, di scontato e fiacco. Non dico di stravolgere le cose, ma ho notato una carenza di epicità, di ironia, di monologhi che sfiorano l'assurdo e il poetico, come capita nel primo film. Ecco, il primo Sin City è nettamente superiore a questo; rappresentava una novità a quei tempi, la messa in scena, le voci narranti, il modo in cui si ironizzava sulle varie vicende; e gli episodi sono molto più potenti, coinvolgenti, spezzati, incastrati, riuniti.
Uno dei veri problemi di Sin City 2 sono proprio i personaggi, che sembrano non avere molto altro da dire, perché l'hanno già detto.

Naturalmente non è da stroncare del tutto. Rodriguez è come sempre bravo a mettere in scena il circo dei suoi personaggi, ma pecca in fase di scrittura.





22 settembre 2014

Un Gelido Inverno per Jennifer Lawrence (Winter's Bone)



UN GELIDO INVERNO

Titolo originale: Winter's bone
Paese: USA
Anno: 2010
Genere: drammatico
Regia: Debra Grnik
Cast: Jennifer Lawrence, John Hawkes, Kevin Breznahan, Dale Dickey






Un film drammatico, quasi un noir, che a detta del mitico Federico Frusciante, potrebbe funzionare anche muto. Guardandolo ci ho pensato e gli ho dato ragione. Si parla poco in questo film, si respira la tensione nell'aria, il dramma.
Jennifer Lawrence comanda la scena con una scioltezza e una potenza disarmanti. Candidata al premio Oscar.

Le parole di perdono nei boschi freddi di un'America poco conosciuta, rurale, montana. Ma fredde sembrano essere pure le persone, che rispecchiano fedelmente l'ambiente che le circonda, dove vige l'omertà e la violenza gratuita volta a proteggere il focolare domestico, dove per sopravvivere devi arrangiarti come puoi, non sapendo se ad ucciderti sarà il gelido inverno o la mano dell'uomo.

J. Law. è Ree, 17enne forte, coraggiosa, matura, che manda avanti la baracca con una madre che non si sta più con la testa e due fratellini piccoli, a causa di un padre che cucina anfetamine (un Heisenberg dei poveri, insomma), ma viene beccato e sbattuto in galera. Esce su cauzione ma fa perdere le tracce, lasciando la famiglia nella merda più totale. Sì, perché se non si presenterà in tribunale, la casa e i terreni saranno confiscati perché il grand'uomo gli ha impegnati pur di uscire di galera.
Ree, la quale ha messo gli interessi di madre e fratelli prima del padre cuoco, comincia a ficcare il naso ovunque, pur di trovarlo e convincerlo a recarsi in tribunale. In poche parole se la va cercare. Perché molte persone sono disposte a tutto pur di proteggere un segreto che potrebbe minare alla salvaguardia della propria famiglia. Ree lo testerà sulla propria pelle.

Un gelido inverno è un film discreto, che non mi ha lasciato molto; avrei preferito maggiore tensione e maggiore ansia derivata da quei paesaggi così angusti e tetri.
Jennifer promossa: la fa da padrona con la sua bravura e regge tutto il film sulle proprie spalle. Uno dei motivi per guardarlo.







Emma Watson all'ONU per difendere i diritti delle donne.



Tanti sono i divi del cinema che utilizzano il proprio seguito, la propria popolarità, per sponsorizzare e portare all'attenzione di tutti iniziative volte a salvaguardare l'ambiente o i diritti civili. Leonardo Di Caprio è forse l'esempio più grande, ma in questi giorni l'attenzione è tutta per Emma Watson
L'attrice, che sta gettando le basi per una carriera grandiosa a mio avviso, ha tenuto un discorso davanti all'assemblea generale dell'ONU, in occasione del lancio della campagna HE FOR SHE, di cui è testimonial. Quest'iniziativa mira a sensibilizzare l'opinione pubblica contro le differenze di genere e la violenza sulle donne.
Vi lascio il video e la trascrizione del discorso. 
Brava Emma. Gli attori, le star, hanno un pregio: possono venire ascoltate da tantissime persone, non importa quale sia l'argomento. 1000 punti a Grifondoro!

Il discorso di Emma:

« Vostre eccellenze, Segretario generale dell'ONU, presidente dell'Assemblea Generale , direttore esecutivo di ONU Donne, distinti ospiti...

Oggi lanciamo una campagna chiamata #HeForShe. Mi sto rivolgendo a voi perché abbiamo bisogno del vostro aiuto. Vogliamo porre fine alla disparità di genere e, per farlo, abbiamo bisogno del coinvolgimento di tutti. Questa è la prima campagna nel suo genere all'ONU, vogliamo spronare tanti più uomini e ragazzi possibili ad essere dei sostenitori del cambiamento... e non vogliamo solo parlarne. Vogliamo assicurarci che sia tangibile.
Sono stata eletta ambasciatrice di buona volontà dell'ONU Donne sei mesi fa, e più ho parlato di femminismo e più mi sono resa conto che troppo spesso combattere per i diritti delle donne diventa sinonimo di odiare gli uomini. Se c'è una cosa che so con certezza è che questo deve finire. Per la cronaca, il femminismo per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti, pari opportunità. E' la teoria dell'uguaglianza politica, economica e sociale dei sessi.

Ho cominciato a mettere in dubbio le supposizioni basate sul genere tanto tempo fa. Quando avevo 8 anni ero confusa dal fatto che mi definissero dispotica perché volevo dirigere le recite che allestivamo per i nostri genitori; ma ai maschi non succedeva. Quando a 14 anni, ho cominciato ad essere sessualizzata da certi elementi dei media. Quando a 15 anni, le mie amiche hanno cominciato ad abbandonare le squadre degli sport che amavano perché non volevano apparire muscolose. Quando a 18 anni, i miei amici [maschi] non erano capaci di esprimere i loro sentimenti... ho deciso che ero femminista e la cosa mi sembrava tutt'altro che complicata. Ma le mie ricerche più recenti mi hanno dimostrato che "femminismo" è diventata una parola impopolare. Le donne si rifiutano di identificarsi come femministe. A quanto pare, [io] sono tra le schiere di donne le cui parole sono percepite come troppo forti, troppo aggressive, isolanti e anti-uomini, persino non attraenti. Perché è diventata una parola tanto scomoda?

Provengo dalla Gran Bretagna e penso che sia giusto che io sia pagata tanto quanto le mie controparti maschili; penso che sia giusto che io sia in grado di prendere delle decisioni che riguardano il mio corpo; penso che sia giusto che le donne vengano coinvolte in mia vece [nella politica] in quelle decisioni che influenzeranno la mia vita; penso che sia giusto che socialmente mi sia garantito lo stesso rispetto che è garantito agli uomini. Ma sfortunatamente, posso dire che non c'è neanche una nazione al mondo in cui le donne possono aspettarsi di ricevere questi diritti. Nessuna nazione al mondo può dire di aver raggiunto la parità dei sessi. Considero questi diritti dei diritti umani.

Ma io sono una delle [donne] fortunate. La mia vita è un vero e proprio privilegio perché i miei genitori non mi hanno voluto meno bene perché sono nata femmina; la mia scuola non mi ha limitata perché ero una ragazza; i miei mentori non hanno presupposto che sarei andata meno avanti [nella vita] perché un giorno avrei potuto avere un figlio. Queste influenze, sono stati gli ambasciatori per la parità dei sessi che mi hanno resa chi sono oggi. Potrebbero non esserne consapevoli, ma sono quei femministi involontari che stanno cambiando il mondo oggi. Ne abbiamo bisogno in numero maggiore. E se ancora odiate la parola: non è la parola che è importante, ma l'idea e l'ambizione che ci sta dietro. Perché non tutte le donne hanno ricevuto i miei stessi diritti. Infatti, statisticamente, sono molto poche ad averli ricevuti.

Nel 1997, Hilary Clinton fece un famoso discorso a Pechino sui diritti delle donne. Tristemente, molte delle cose che voleva cambiare allora, sono ancora vere oggi. Ma quello che mi ha colpito di più, è che meno del 30% del pubblico era composto da uomini. Come possiamo influire sul cambiamento nel mondo quando solo la metà di esso è invitato o si sente benvenuto a partecipare alla conversazione?

Uomini. Vorrei cogliere quest'occasione per estendervi un invito formale. La parità di genere è anche un problema vostro. Perché fino a questo momento, ho visto il ruolo di mio padre considerato meno importante dalla società, nonostante da piccola avessi bisogno della sua presenza tanto quanto quella di mia madre. Ho visto giovani uomini affetti da malattie mentali, incapaci di chiedere aiuto per paura di apparire meno virili, o meno uomini. Infatti, nel Regno Unito il suicidio è la prima causa di morte degli uomini tra i 20 e i 49 anni, eclissando incidenti stradali, cancro e malattie cardiache. Ho visto uomini resi fragili ed insicuri dalla percezione distorta di cosa sia il successo maschile. Neanche gli uomini beneficiano dei diritti della parità di genere. Non parliamo molto spesso di come gli uomini siano imprigionati dagli stereotipi di genere, ma riesco a vedere che lo sono. E quando ne saranno liberati, come conseguenza naturale le cose cambieranno anche per le donne. Se gli uomini non devono essere aggressivi per essere accettati, le donne non si sentiranno in dovere di essere sottomesse. Se gli uomini non devono controllare, le donne non dovranno essere controllate. Sia gli uomini che le donne devono sentirsi liberi di essere sensibili. Sia gli uomini che le donne devono sentirsi liberi di essere forti. E' tempo di concepire il genere su uno spettro, e non come due serie di valori opposti. Se smettiamo di definirci l'un l'altro in base a cosa non siamo, e cominciamo a definire noi stessi in base a chi siamo, possiamo essere tutti più liberi. Ed è di questo che si occupa He For She. Di libertà.

Voglio che gli uomini prendano su di sé questo impegno, così che le loro sorelle, madri e figlie possano essere libere dai pregiudizi, ma anche perché anche i loro figli possano avere il permesso di essere vulnerabili e umani. Rivendichiamo quelle parti di loro che hanno abbandonato e così facendo permettere loro di essere una versione più vera e più completa di loro stessi.

Magari starete pensando: chi è questa tipa di Harry Potter? E che diavolo ci sta facendo a parlare all'ONU? E' una buona domanda. Mi sono chiesta la stessa cosa. Tutto quello che so è che mi importa di questo problema e che voglio far sì che le cose migliori. Avendo visto quello che ho visto e avendone l'opportunità, credo che dire qualcosa sia una mia responsabilità.

Lo statista Edmund Burke ha detto che per far sì che il male trionfi, tutto ciò che serve è che bravi uomini e brave donne non facciamo niente. Nella mia agitazione per questo discorso, e nei miei momenti di insicurezza, mi sono detta con fermezza: se non io, chi? Se non ora, quando? Se avete dei dubbi simili, quando vi si presentano delle opportunità, spero che queste parole vi siano d'aiuto. Perché la realtà è che se non facciamo niente, ci vorranno 75 anni, o che io compia quasi 100 anni, prima che le donne possano aspettarsi di essere pagate tanto quanto gli uomini per lo stesso lavoro. 15 milioni e mezzo di ragazze si sposeranno nei prossimi sedici anni e lo faranno da bambine. E con questi ritmi, non sarà prima del 2086, che tutte le ragazze della campagna africana potranno ricevere un'educazione di livello secondario.

Se credete nella parità, potreste essere uno di quei femministi involontari di cui ho parlato prima e per questo, mi complimento con voi. Stiamo facendo fatica a trovare una parola che ci unisca, ma la buona notizia è che abbiamo un movimento che ci unisce. Si chiama He For She. Vi invito a farvi avanti, a farvi vedere e a chiedervi: se non io, chi? Se non ora, quando?

Vi ringraziamo tantissimo. »

{ Traduzione: The Emma Watson Archives }







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