16 dicembre 2011

Le Idi di Marzo di George Clooney



Titolo: Le Idi di Marzo
Paese: U.S.A.
Durata: 98'
Regia: George Clooney
Basato sul lavoro teatrale Farragut North di Beau Willimon
Cast: Ryan Gosling, George Clooney, Evan Rachel Wood, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Philip Seymour Hoffman

Devo ammetterlo, George Clooney se la cava benissimo dietro la macchina da presa e lo dimostra in questo suo ultimo film di cui è anche protagonista. Le Idi di Marzo è un film sulla politica americana, che non risparmia le critiche al modo di fare campagna elettorale. Dietro i comizi, le interviste, le partecipazioni a eventi esclusivi, del candidato di turno (qui parliamo di colui che occuperà la Casa Bianca), c'è un esercito di collaboratori, giovani stagisti, e addetti stampa che tengono in piedi la baracca. Ma in un clima di così alta tensione e preoccupazione, è inevitabile che qualcosa sfugga dalle mani di questi personaggi e rischi di compromettere il lavoro di mesi.

Succede che ci troviamo di fronte ad un grandissimo Ryan Gosling, che dopo la sorprendente prova in Drive, torna a stupire con un'interpretazione brillante. È incredibile come riesca a risultare sempre calmo e a comunicare semplicemente con lo sguardo. Gosling interpreta Steven Myers, il portavoce, l'addetto stampa, di George Clooney nelle primarie democratiche in Ohio. Dicono che sia uno dei migliori, se non il migliore, nel suo mestiere. È furbo, è scaltro, intelligente e ha sempre un asso nella manica per salvare il culo al suo "futuro" Presidente. Emana un'aura di positività e riesce a portarsi a letto anche la giovane stagista, bellissima e bravissima, Evan Rachel Wood, che avrà poi un ruolo fondamentale nella vicenda. 

Ma non tutto è rose e fiori. Steven capisce ben presto che la corruzione e il tradimento fanno parte integrante del mondo politico, un mondo che se non sei abbastanza forte, se non sei furbo e non trovi il coraggio di prevaricare sugli altri, allora ti schiaccia, ti fa fuori.

Devo dire che di solito non vado al cinema a vedere film di questo genere che parlano di politica. Ma con un cast così non ho potuto fare altro. La regia di Clooney mi ha convinto. Ci sono un paio di scene e inquadrature d'applausi. Un bel film, un'altra, l'ennesima, auto-critica americana al proprio sistema politico (e qui in Italia una cosa così quando si avrà?).
Consigliato.

Voto: 7/10






3 dicembre 2011

The Wrestler


The Wrestler (2008)



Attenzione SPOILER trama. Chi non ha visto il film, non legga l'articolo!

Siamo a fine anni '80. Il Wrestler professionista Randy "The Ram" Robinson è all'apice della sua carriera. Oggi, 20 anni dopo, vive una vita fatta di stenti, di povertà, di rimpianti. Lavora in un supermercato, non ha una casa propria ma vive in una roulotte e quando non può pagare l'affitto, dorme nel suo furgoncino, svegliato dai bambini del vicinato. Non ha più relazioni con le persone. L'unica che sembra poterlo confortare e sostenere, la sua unica amica, è una spogliarellista di un night club, Cassidy (una straordinaria Marisa Tomei, che ricevette una nomination come migliore attrice non protagonista). Con lei cerca anche si instaurare un rapporto più sentimentale. Nel fine settimana, arrotonda lo stipendio combattendo in piccoli incontri. Le lotte risultano essere anche brutali, lo spettacolo è servito, tutti i wrestlers prima di darsele si accordano sulle mosse da proporre sul ring, acquistano oggetti da utilizzare in scena come padelle, stagnole, addirittura trappole per topi. È tutto finto ma non si capisce cosa è voluto e cosa no.


Ha una figlia, Stephanie (Evan Rachel Wood), che non vede mai. Lei lo odia, lo accusa di non esserci mai stato nei momenti in cui lei aveva bisogno. Randy cerca di mettere in sesto questo rapporto, di rimediare agli errori. Ma non può, non ci riesce. Lui è così, anche cercando di comportarsi in maniera diversa fallirà sempre. E fallisce pure con la figlia. Brucia la sua seconda possibilità.






Dopo un incontro, Randy si sente male, casca a terra come un sacco. Infarto. Non potrà più lottare, è a rischio la sua vita. Ma il wrestling è l'unica cosa che a Randy importa, l'unica cosa in cui non è un fallito.
Combatte anche contro l'età che avanza, lui non vuole mollare, non vuole gettare la spugna, anche se ormai il suo tempo è finito. È vecchio per questo lavoro. Lo dimostra la scena in cui Randy si trova in una palestra insieme a delle altre vecchie glorie di questo sport, tutti ormai anziani o con problemi fisici, facendosi pagare per firmare autografi e far foto con pochissimi fan..


Anche Cassidy combatte contro l'età che avanza. Non è più la ragazzina di prima, i clienti del night non la vogliono, la reputano ormai troppo grande per i loro gusti. Ha pure un figlio.
Intanto Randy decidere di chiudere col wrestling. Annuncia in suo ritiro da quello che doveva essere l'incontro dell'anno. La riproposizione, la rivincita, dell'incontro di vent'anni prima contro l'Ayatollah, una battaglia memorabile, dove fu Randy a spuntarla.

Ma poi si ricrede. Capisce che la sua vita è un fallimento completo. "Al mondo non gliene frega un cazzo di me". Ma è un fallimento al di fuori del ring. Sul ring, lui è una bomba. È quella la sua vita. Così accetta di sfidare l'Ayatollah, consapevole di mettere a rischio la propria vita. Cassidy tenta di fermarlo, ammette di provare qualcosa per lui, lo implora di non combattere, gli dice che non è solo.. c'è lei al suo fianco. Ma lui non molla. Non può tornare indietro, anche perché indietro non c'è niente per cui valga la pena continuare a vivere.

"So quello che faccio. E questo è l'unico posto dove non mi faccio del male."



Sulle note di Sweet Child 'o Mine dei Guns 'N Roses, Randy "The Ram" fa il suo ingresso sul ring, con la folla che lo acclama impazzita. Parte poi il discorso ai fan e in quelle parole c'è quasi la descrizione della parabola artistica di Mickey Rourke. Il parallelismo tra la vita di Randy e quella di Rourke è inequivocabile. L'attore è stato bravo a mettersi in gioco in questo film, visto che la storia gli calza a pennello. Le parole finali di Randy possono essere prese anche come descrizione della vita di Rourke: "... e non sono bello come un tempo. Però, maledizione, sono ancora qui. E sono The Ram. È vero il tempo è passato e hanno cominciato a dire 'è finita, non ha futuro, è un perdente, non ce la fa più'. Ma sapete che vi dico? Gli unici che potranno dirmi che non sarò più all'altezza siete tutti voi! È per tutti voi che vale la pena di continuare a combattere.. perché siete la mia famiglia!"

Il combattimento ha inizio, ma Randy comincia a sentire il cuore che non regge più. Ma non cade, continua, non può fallire anche nell'unica cosa che gli riesce meglio. Non può. Resta in piedi, fino alla fine, fino all'ultima mossa, la sua mossa, quella che lo ha reso famoso.. la "Ram Jam". Sarà la sua ultima mossa. 


Ram si lancia, ma non lo vediamo cadere. Sappiamo però come andrà a finire. Ram ha chiuso la sua vita come avrebbe voluto. Sul ring. Sul posto dove per lui valeva la pena vivere. L'unico posto in cui si sentiva una persona per bene.
Sentiamo il pubblico che ancora lo acclama e poi il buio... e parte la meravigliosa canzone di Bruce Springsteen, dedicata proprio all'amico Mickey Rourke.

Un film emozionante, con la regia perfetta di Darren Aronofsky nel raccontare gli stati d'animo del protagonista, e attori straordinari. Primo fra tutti Mickey Rourke. Immenso. Il fatto che la storia di Tha Ram fosse simile alla sua lo avrà sicuramente aiutato. Grande attore. Speriamo segni il suo definitivo ritorno tra i grandi.

Voto: 8/10










Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...