31 ottobre 2011

Raduno fans di LOST




Salve a tutti. È da un bel po' che non pubblico un post. Ho avuto poco tempo, sono costantemente al Festival di Roma a seguire gli eventi e il red carpet. Ma oggi ritaglio uno spazio dedicato a tutti i fans di Lost, il primo sono io!
Una delle numerosissime pagine di Facebook (We Are Lost) dedicate al telefilm più rivoluzionario della storia della televisione, ha proposto un'iniziativa molto interessante: creare un raduno di fan, in cui parlare, confrontarsi, fare amicizia. Insomma, condividere le emozioni che questa serie ci ha regalato. La proposta è recente, quindi non c'è ancora niente di certo. È un problema riuscire a trovare un posto, una città che possa essere facilmente raggiunta dai più, però tentar non nuoce! È una splendida iniziativa che io sognavo da tanto tempo. Questo è il link diretto all'evento su Facebook ---> LOST RADUNO dove potete commentare e fare le vostre proposte.
Dai dai dai mettiamoci l'impegno giusto! Sarebbe stupendo poter incontrare altri fans! Passate parola e ricordate che everything happens for a reason!!!





25 ottobre 2011

Dean e Sam Winchester: le simpatiche canaglie di Supernatural


Telefilm spettacolare in tutto: trama, personaggi, atmosfere ecc. Bravissimi i due protagonisti, Jared Padalecki e Jensen Ackles (ma nomi più facili no eh?), che ogni tanto ci regalano delle vere e proprie chicche che ce li fanno amare ancora di più. Amare il personaggio intendo, non il copro dell'attore.. quello lo lascio alle fans donne. Dato che siamo in argomento dico allora che quasi tutte le protagoniste donne che si susseguono nel corso delle puntate, son belle!




Spettacolare sequenza tratta dall'episodio 5x08. Sub ita.





Ma mettiamoci di mezzo pure la loro apparizione a Quelli che il calcio.. Pazzesca Simona Ventura! Complimenti per l'intervista! ahahahahahahahah!  WTF??








18 ottobre 2011

6° Festival Internazionale del Film di Roma




Come molti sapranno, dal 27 Ottobre al 4 Novembre presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma, si svolgerà la sesta edizione del Festival del Cinema, che quest'anno riuscirò finalmente a seguire. Nei primi due giorni di prevendita sono stati venduti oltre dieci mila biglietti, sono stato molto fortunato a trovarne ancora disponibili per alcuni eventi che poi vi dirò.
Intanto vi linko il programma, in formato PDF che potrete scaricare per orientarvi meglio.


Sono molti gli eventi importanti di questo festival, e tantissimi film provenienti da molte parti del mondo.
Io assisterò a 4 eventi, forse i più importanti e l'emozione già mi assale. Non vedo l'ora.
Naturalmente, vi farò il resoconto della mia esperienza.

Eventi a cui parteciperò.

Si inizia subito col botto. Il 26 Ottobre, assisterò al duetto che "anticipa" il Festival, tra Sergio Castellitto e la bellissima e bravissima Penelope Cruz! Entrambi sono al lavoro per Venuto al mondo (tratto da un libro della Mazzantini). Il duetto poi "raddoppierà" con la partecipazione della Mazzantini insieme a Emile Hirsch, conosciuto in Into The Wild.

Attenzione attenzione! Il 28 Ottobre, prima visione del nuovo film di Steven Spielberg The Adventures of Tintin. Ospite del Festival sarà il protagonista, che ha dato le sembianze a Tintin, Jamie Bell.

29 Ottobre. Forse l'evento che attendo di più. La lezione di cinema, l'incontro col grandissimo Michael Mann, regista di film come Alì, L'ultimo dei Mohicani, Collateral, Heat - La sfida, Nemico Pubblico.

3 Novembre: il premio Marc'Aurelio all'attore viene assegnato quest'anno a Richard Gere, che presenterà Days Of Heaven, di Terrence Malick e parlerà del suo rapporto col regista.







17 ottobre 2011

Ho sognato Megan Fox



Molto prima di Jessica Alba ho sognato Megan Fox. Si, avete capito bene! E poi ho trascritto tutto il sogno su Word, devo dire una delle cose più sensate che abbia fatto nella mia vita.

Siamo in una chiesa enorme, stile cattedrali gotiche. All’esterno c’è uno spiazzo abbastanza grande. C’è molta gente che conosco. Sono seduti in delle sedie attorno a tavolini. Verso la fine della navata, ci sono due lettini. Sopra uno di questi c’è una persona defunta, l’altro è vuoto. Io mi siedo in questo. Dopo un po’ mi spunta davanti Megan Fox. Prima ho intravisto anche un’altra attrice, e infatti gliela faccio notare e Megan fa un cenno di comprensione. Lei sta aspettando che nel lettino mettano un altro defunto che lei conosce. Io mi volto dall’altra parte e resto un attimo in questa posizione. Quando mi volto, Megan non c’è più.

Mi arrabbio, devo fare una foto con lei. Corro nel tavolino dove si trova mia mamma. Le chiedo la fotocamera. Mamma non si muove, continua a parlare con gente mentre fruga in borsa. Le dico di sbrigarsi mentre penso che Megan si stia allontanando sempre più. Mamma finalmente mi dà la fotocamera. Comincio a correre verso l’esterno della chiesa. Mi giro da tutte le parti per trovare Megan ma nulla. Sparita.

Arrivo fino alla fine dello spiazzo e la intravedo all’interno di una macchina nera con i vetri oscurati. Sono dispiaciuto, arrabbiato, sconfortato. Ho perso l’occasione. Dopo ciò, mi ritrovo catapultato a casa di nonna, nell’andito verso la porta di uscita. Chi trovo li? Megan Fox, che se ne sta andando. Io la becco quando è ancora dentro e riesco a parlarle. Le chiedo se posso fare una foto insieme a lei. Lei accetta anche se un po’ infastidita e borbotta qualcosa alla sua amica che scende le scale. Io chiamo mia sorella per fare la foto. Mi avvicino a Megan, è molto più alta di me, bellissima. Dico a mia sorella di sbrigarsi, temendo che Megan se ne andasse via. Mia sorella muove, sposta, capovolge la fotocamera in maniera balorda e mi fa infuriare. Temo che la foto sia uno schifo così ne voglio fare un’altra. Mi volto per dirlo a Megan, ma lei sta già scendendo le scale.
È finita. È svanita, fuggita. La foto ce l’ho, devo solo vedere come è uscita.
Prendo la fotocamera, apro la foto, il sogno finisce.





Sognare Jessica Alba




Si può sognare Jessica Alba? A  quanto pare si. Io l'ho fatto. Stanotte. Scordatevi un sogno erotico, nà nà.. era un sogno pulito, semplice, tutti completamente vestiti. 
Devo dire che mi capita spesso di sognare personaggi famosi, dello showbiz. E quando lo faccio mi piace un sacco. In un altro post, se avrò tempo e spazio, vi racconterò di quando sognai Megan Fox e mi presi la briga di scriverlo e condensarlo in mezza pagina di Word.
Jessica Alba. Uau. Che onore poterla avere anche solo per un secondo nella tua mente, in un sogno bellissimo.. abbracciarla, stringerla a te e dire "ma quanto è bella??". I sogni sono cose straordinarie: ti permettono di andare nei posti che sogni di percorrere un giorno, ti fanno incontrare i personaggi più importanti della tua vita, le star, i tuoi miti, quelli a cui ti ispiri, le tue donne preferite. Perché Jessica Alba è una delle mie donne (dello spettacolo) preferite. È la mia donna preferita. Il mio ideale di ragazza. Semplice, simpatica, di una bellezza abbagliante ma naturale, acqua e sapone. Per questo son contento di averla sognata. In qualche modo si rafforza un legame tra noi: legame tra star e fan

I love you Jessica.







15 ottobre 2011

Cowboys & Aliens



Cowboys & Aliens

Genere: azione, fantascienza, western
Regia: Jon Favreau
Cast: Daniel Craig, Olivia Wilde, Harrison Ford, Sam Rockwell, Keith Carradine
Durata: 118'
Tratto dal fumetto di Scott Mitchell Rosenberg







Non so neanche io come mi son trovato a sedermi al cinema a vedere questo film. Ma comunque è successo. Non avevo visto il trailer, sapevo più o meno di cosa avrebbe parlato. Diciamo che a metà film lo avevo già bocciato. Non mi è piaciuto come Jon Favreau (si, si scrive Jon, non ho sbagliato) utilizzava il western,  mi stavo rompendo un po le palle. Poi però mi son ricreduto. 

Daniel Craig devo dire che se la cava bene nel ruolo del pistolero che si sveglia in mezzo alla prateria americana, con un bracciale speciale ad un braccio e con la memoria persa del tutto. Scopre poi il suo nome, Jake Lonergan e anche di essere un ricercato, sia dallo sceriffo che dal "Colonnello" Woodrow Dolharyde, quest'ultimo interpretato da Harrison Ford, che non vedevo da un pezzo. Quando tutto sta andando alla malora per Jake, ecco che la città viene attaccata dalle navicelle di una qualche forza aliena. Ed è qui che il western si intreccia con la fantascienza pura. Ed è un mix che non dispiace, cosa che non avevo ancora visto fare al cinema.

Gli alieni sono cattivissimi, scordatevi E.T. e l'altra roba, ormai di questi tempi i nostri "fratelli" sono visti solo come una minaccia. Forse è meglio. Sono arrivati sulla Terra per prendersi l'oro, molto raro anche nel loro pianeta e hanno rapito un bel po di gente del paesino di Absolution e anche qualche indiano. Studiano le nostre caratteristiche e ci considerano come insetti, una nullità e per questo non si aspettano di essere attaccati. Si certo..


Comunque il film va avanti fino alla fine senza annoiare più di tanto, merito dell'azione che non si ferma quasi mai: distruzioni, inseguimenti, sparatorie, qualche battutina, e soprattutto lei... Olivia Wilde!
Conoscevo Olivia Wilde solo per fama, perchè era stata eletta donna più sexy di non ricordo quale anno. Non avevo visto nessun suo film e non avevo mai potuto osservare con più accuratezza la sua bellezza. Bhe in questo film ho potuto constatare che questa ragazza è una gnocca assurda! Ogni suo primo piano ti strega, ti ipnotizza con quegli occhi! Ma che diavolo di occhi sono? Azzurrissimissimi! Occhi da aliena! Troppo troppo bella. Molto brava anche. Forse sono anche o soprattuto gli attori a salvare questo film, non che sia una cagata, ma non è "esplosivo". Bella l'idea di fondere west con Alieni; spero che questa miscela venga riproposta. La formula funziona. Poi se ci metti dentro attori bravi come Daniel "007" Craig, Harrison Ford e una straultramegagnocca come Olivia Wilde, ma certo che funziona! Alla grande!


Voto: 7-/10










Sex Tape di Belen Rodriguez


In rete sta impazzando il video hot di Belen, (a quel tempo minorenne), che fa roba con un suo amico argentino, moolto più grande di lui. Più grande di età, piccolo in altre cose.


Che dire: una regia molto "originale", una storia già vista e stravista, attori "in forma".





Esilarante l'arrivo di un gatto siamese che si accomodo al lato del letto, godendosi lo spettacolo.
Voglio il suo autografo! AHAHAHAHAHAH!





6 ottobre 2011

Drive: di Nicolas Winding Refn


Drive (2011)
Regia di: Nicolas Winding Refn
Basato sul romanzo Drive di James Sallis
Starring: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brooks, Bryan Cranston, Oscar Isaac, Christina Hendricks, Ron Perlman
Durata: 100 minuti

Che film ragazzi! Per ora è il migliore, secondo me, di questo 2011. Un anno, per ora, abbastanza privo di titoli significativi. Nicolas Winding Refn, è nuovo nell'ambiente di Hollywood. Danese, conosciuto soprattutto per la trilogia Pusher, che non ho visto, esce alla ribalta con questo Drive, che gli fa vincere il premio come miglior regia al festival di Cannes. Premio assolutamente meritato. Quando si guarda Drive, non è la storia che colpisce, ma il modo in cui viene raccontata e mostrata con le immagini. Una regia pulita, chiara, con delle inquadrature spettacolari.
La storia viaggia tra due binari: una storia d'amore abbozzata, non esplicita, molto intima, e l'azione pura, con alcune scene di violenza dura e cruda.


Siamo a Los Angeles. Il nostro protagonista (Ryan Gosling), di cui non viene mai detto il nome ma si può benissimo chiamare Driver, di giorno lavora in un'officina, fa lo stuntman part-time e di notte fa l'autista per i rapinatori, gli aiuta a scappare il più velocemente possibile. Tutto questo grazie alla sua abilità al volante. È un asso in questo campo, tanto che ha un futuro come pilota di stock car. La sua vicina di appartamento è una ragazza, Irene (Carey Mulligan), con un figlio a carico e il marito, Standard,  in carcere. I due cominciano a conoscersi, sembrano piacersi, ma restano comunque distanti l'uno dall'altra. Il marito di Irene torna a casa, ma il giorno dopo viene pestato: ha un debito e rischia grosso se non pagherà tutto in fretta. Driver decide di aiutarlo, interessato alla salvezza di Irene e di suo figlio. Standard dovrà rapinare un banco dei pegni e Driver farà da autista, ma niente andrà secondo i piani.



"Dammi ora e luogo e ti do cinque minuti: qualunque cosa accada in quei cinque minuti sono con te, ma ti avverto, qualunque cosa accada un minuto dopo sei da solo. Io guido e basta."


Un gran bel film, davvero. Colmo di riferimenti al cinema di genere automobilistico, strizza l'occhio a film come Pulp Fiction di Tarantino, Mulholland Drive di Lynch, a Bullit, alla città di Los Angeles.
La regia di Winding Refn è perfetta per un film del genere. Magnifiche certe panoramiche della città. Scorre un bel po' di sangue che però non pregiudica la buona qualità del film, anzi... 
Una delle cose da sottolineare in questo film sono le frequenti pause. A molti non andranno a genio, le reputeranno noiose ma qui è diverso: le pause sono congeniali alla narrazione, alla descrizione dell'ambiente in cui i personaggi si muovono e al loro carattere. Ryan Gosling interpreta un uomo solo, che sembra non provare emozioni, salvo poi cambiare idea quando incontra Irene e il suo bambino, che sa il fatto suo, è forte, non parla quasi mai, ma quando lo fa lascia il segno.
Da segnalare la presenza di Bryan Cranston, star di Breaking Bad, ottimo anche lui, il datore di lavoro di Driver.
Colonna sonora di Angelo Badalamenti, compositore anche delle musiche di Twin Peaks. Stupenda la canzone sui titoli di testa che ritorna in altre parti del film: College feat Electric Youth - A real Hero. Davvero splendida.









5 ottobre 2011

"Milano calibro 9" (1972) di Fernando Di Leo


Milano calibro 9
(Italia 1972)
Regia: Fernando Di Leo
Cast: Gastone Moschin, Mario Adorf, Barbara Bouchet, Frank Wolff, Philippe Leroy
Genere: Poliziesco, Noir




Una volta esisteva il cinema italiano, il cinema di genere, quel cinema osannato e amato alla follia da registi come Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, per citarne due. Parliamo degli anni 70, del cosiddetto poliziottesco, il noir, che rese il nostro cinema nuovamente famoso in tutto il mondo. Tra questi due generi si inserisce il film di Fernando Di Leo "Milano calibro 9", considerato il suo capolavoro. Il primo della trilogia del milieu, seguito da La mala ordina e Il boss. Siamo di fronte ad un film cupo, in cui percepiamo l'aria di quegli anni, gli anni di piombo.

I primi 5 minuti sono spettacolari: la tensione entra in noi già dalla prima inquadratura, merito anche alle musiche di Luis Bacalov con la collaborazione del gruppo prog-rock degli Osanna. Un duo perfetto. Musica e immagine si fondono riuscendo a non far perdere al film la suspense e a farlo filare liscio fino alla fine senza noie.




Ugo Piazza (uno straordinario Gastone Moschin) è un criminale che esce di prigione dopo 3 anni, rapina andata male. Lo fermano per strada gli scagnozzi di un potente uomo della mala, l'Americano. Ugo è accusato di aver sottratto 300mila dollari dell'organizzazione e di averli nascosti chissà dove. Egli nega tutto, ma loro non ne vogliono sentire: lo pedinano, gli sfasciano la stanza d'albergo, sono pronti ad accopparlo.



Ugo chiede aiuto a Don Vincenzo, un vecchio boss ora cieco (profetico con la sua frase: "Se continua così vedrai che faranno l'antimafia pure per Milano."), e al compare Chino,un killer, coraggioso e rispettato, interpretato da Philippe Leroy. Ugo viene riaccettato nella cerchia dell'Americano, per il quale dovrà lavorare, ancora convinto che sia stato lui a prendere i soldi.
Piazza deve fare i conti anche con la polizia, che lo pedina, desiderosa di arrivare a mettere le mani sull'Americano.
Bello lo scambio di battute e la zuffa a parole tra il commissario e il suo vice su chi sia meglio tra ricchi e poveri e sui problemi causati dagli emigranti meridionali.
Durante il film scorre poco, anzi pochissimo sangue; non ci sono inseguimenti o grandi sparatorie. Ma è il doppio gioco, la tensione, il fatto di trovare tutti contro tutti, il non sapere chi è il traditore, a portare avanti in maniera grandiosa questo film fino al colpo di scena finale, in parte, alquanto inaspettato.

Ugo Piazza è un uomo di ferro, tutto d'un pezzo, freddo, sembra non provare sentimenti. A scioglierlo ci pensa Barbara Bouchet, stupenda nell'interpretare Nelly, una ballerina di un locale notturno, che sembra conoscere Piazza da molto tempo. 
Barbara Bouchet ha stregato pure Quentin Tarantino entrando in scena ballando, in una scena che è diventata un'icona del cinema italiano di quegli anni, ripresa e omaggiata anche da Robert Rodriguez nel suo Planet Terror.




La lap dance di Rose McGowan in Planet Terror



Film stupendo. Uno dei migliori polizieschi italiani, anche se qui ci troviamo soprattutto di fronte ad un noir. Ottima la regia, ottima la fotografia che ci pone davanti una Milano, cupa, il cui il crimine sembra farla da padrone. Gli attori sono perfetti. Mario Adorf, che ritroviamo anche ne La mala ordina, è spassosissimo. Per non parlare di Gastone Moschin, così fermo, così duro, interpretando un personaggio molto difficile. Il film è impreziosito poi da una splendida Barbara Bouchet, bellissima. I suoi occhi riescono a stregare qualsiasi essere vivente sulla faccia della terra.



Se ne facessero ancora film così! Questo era cinema italiano, tutto il mondo ci conosceva per questo, venivamo acclamati per questo. E ora? Ora ci dobbiamo sorbire quelle ca***te di cinepanettoni! Cosa è successo?? Dobbiamo svegliarci, organizzarci! Dobbiamo riportare in auge questo genere! E far parlare ancora del nostro cinema! Non è difficile. Servono idee, e serve gente in gamba. Ma credo che queste cose non ci manchino. 

Quentin Tarantino:

[Il cinema italiano odierno] mi deprime. Lei forse vedrà più film italiani di me, ma quelli che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutti uguali. Non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Me lo dica lei. Ho amato così tanto il cinema italiano degli Anni '60 e '70 e alcuni film degli Anni '80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia. 








4 ottobre 2011

Fringe: 4x02 - One Night in October

Eccomi qui a commentare il secondo episodio di questa quarta stagione di Fringe. Classico episodio statico in cui siamo di fronte ad un caso inquietante. Un caso difficile, motivo per cui l'universo alternativo chiede aiuto alla divisione Fringe Over Here. È la prima volta che vediamo le due parti collaborare tra loro, non senza intoppi. Molto bello il confronto iniziale fra le due Olivia, che sottolinea ancora una volta le differenze di carattere delle due donne. Olivia di Over Here crede che collaborare a questo caso sia solo una perdita di tempo e un rischio. 

Nell'universo Over There un serial killer ha già fatto 23 vittime, ritrovate tutte con un foro dietro il capo. Causa della morte: congelamento del cervello. L'altra Olivia (Bolivia, Fauxolivia, Olivia la rossa, beh chiamatela come volete), crede che portando nel loro universo la nemesi del serial killer, il suo omonimo Over Here, che fa il professore, possano riuscire a catturare l'assassino. Con riluttanza Broyles e Olivia accettano.
Il piano però non va per il verso giusto: John, il prof, scopre di non essere nel suo universo, di avere, diciamo così, un "doppio" però malvagio e decide di fare da sé nel tentativo di riuscire a far cambiare idea il killer, di portarlo sulla strada giusta, di riuscire a farlo pentire e non far più del male alle persone.

John è un po confuso: davanti ha due Olivia!



Lasciamo stare la trama. Questo episodio a molti non sarà piaciuto. Troppo statico, classico caso alla Fringe, e bla bla bla. A me non è dispiaciuto. Certo, i ritmi sono ancora lenti, ma va bene così. Gli autori non possono subito spingere sull'accelleratore; finirebbe tutto molto presto. E invece utilizzano questo semplice episodio per presentare quello che vedremo prossimamente. I due universi, le due diverse Divisioni Fringe, qui collaborano. Per la prima volta possiamo vedere fianco a fianco le due Olivia. Che gran visione! Due Olivia nella stessa inquadratura! Mamma mia, fantastico!



La simpatia di Bolivia!


Assistiamo ad una grande prova da parte di Anna Torv. Bravissima. Nei gesti, negli sguardi riesce a differenziare totalmente le due protagoniste. Sono curioso di vedere come si evolverà il loro rapporto nel corso degli episodi. Anche oggi poco spazio lasciato a Walter, che appare molto fuori di sé. Si percepisce nell'aria che a lui manca qualcosa, manca una figura che possa aiutarlo e sostenerlo nelle difficoltà che animano la sua esistenza e il suo lavoro. Chi? Beh semplice: suo figlio. Peter Bishop. Come accaduto in "Neither Here, Nor There", anche questo episodio si conclude con Walter che, solo nella sua camera, viene a contatto con le reminiscenze di Peter, i bagliori che restano di lui. Ma questa volta non vede la sua immagine, ma ne sente la voce. "Walter, I'm here" "Can you hear me?" e alla fine "Please, help me!"
Quando la vicenda si sposta nell'altro universo, Olivia viene accolta da Philip Broyles, vivo e vegeto. Cosa che ancora una volta ci fa capire che la linea temporale è stata riscritta.
Un buon episodio. Con luci e ombre. Ma anche questo è Fringe. Tutta questa bassa tensione ci sta preparando a qualcosa di grande.

Vi lascio con ciò che Broyles, a fine episodio, dice a Olivia, che appare come un riferimento a Peter.

"A rischio di passare per un sentimentale, ho sempre pensato che ci siano persone che ti lasciano un segno indelebile nell'anima, una traccia che non potrà mai essere cancellata."



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