27 febbraio 2012

The Artist


Titolo originale: The Artist
Paese: Francia
Anno: 2011
Durata: 100 min
Genere: drammatico, commedia, romantico
Regia: Michel Hazanavicius
Cast: Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell


Premi Oscar vinti: Miglior Film, Miglior Regia (a Michel Hazanavicious), Miglior Attore Protagonista (a Jean Dujardin), Migliore Colonna Sonora, Migliori Costumi

La normale reazione che uno potrebbe avere quando viene a sapere che al cinema esce un film muto è sicuramente di stupore o menefreghismo. "Un film muto? Nel 2012?? E a che mi serve?". Questo perché viviamo ormai circondati dal 3D che si può amare o odiare a seconda dell'uso che ne viene fatto. Agli Oscar di quest'anno, i due principali film favoriti al premio finale erano Hugo Cabret e The Artist, rispettivamente un film in 3D e uno muto in bianco e nero. La differenza quindi è enorme, ma queste due pellicole sono più vicine di quanto sembri. Entrambe sono un vero e proprio omaggio al Cinema. Se in Hugo Cabret troviamo George Melies, uno dei più grandi registi dei primi anni, in The Artist siamo catapultati nel 1927, negli anni di passaggio dal muto al sonoro.
George Valentin è un grande divo del cinema muto. Un giorno, alla premiere di un suo film, si fa fotografare con una ragazza, Peppy Miller, che incontrerà in seguito sul set.
La ragazza intanto si fa strada nel mondo del cinema, diventando sempre più ricercata e famosa.
Il 1929 è l'anno di passaggio dal muto al sonoro. Valentin entra però in crisi. Egli non vede nulla di buono nel recitare un film con l'audio, perciò abbandona il suo produttore e decide di investire tutti i suoi soldi nella realizzazione di un film muto, che, com'era prevedibile, non viene visto da nessuno. Il pubblico preferisce di gran lunga il nuovo film sonoro proprio di Peppy Miller.
George Valentine comincia a bere, entra in depressione. Alla fine però tutto si sistemerà ma non voglio dirvi nulla, dovete guardarlo!



Per me ha meritato l'Oscar al Miglior Film. Perché è perfetto in ogni campo. Regia, montaggio, attori. Un meccanismo perfetto. A quelli che hanno visto qualche film muto anni 20, sembrerà di essere di fronte ad uno di quei film, perché la resa degli ambienti, ma soprattutto i movimenti degli attori sono incredibilmente uguali al cinema delle origini. Non per niente Jean Dujardin ha conquistato l'Oscar a Miglior attore protagonista! La sua interpretazione è grandiosa! È molto difficile interpretare quel ruolo, proprio perché devi soprattutto saper controllare la gestualità e i movimenti che sono il fulcro della recitazione.
È un film molto nostalgico, come lo era questa cerimonia degli Oscar. Lo sguardo era puntato verso il passato, basta citare gli esempi di Hugo Cabret e Midnight in Paris.
È un piccolo capolavoro la pellicola di Michel Hazanavicious, che ha avuto un grandissimo coraggio a puntare su un'opera senza audio, con le didascalie (anche se poche), in bianco e nero, proprio negli anni del cinema ricco di effetti speciali. Il regista francese ha confezionato un gioiello cinematografico, in cui spiccano l'assurda bravura di Jean Dujardin, il volto che dà allegria e freschezza di Berenice Bejo e soprattutto le irresistibili gags del cane Uggie che è un vero e proprio attore!
Ciò che il film vuole dire è che bisogna sapersi evolvere, affrontare nuove sfide, e non rimanere incollati a ciò che si faceva abitualmente. George Valentine ha paura del sonoro, ha paura che la gente non lo riconosca più come la grande star del cinema muto che era prima. Ha un grande talento, ma ha paura di non riuscire a sfruttarlo  in altro. Ma, invece, se uno ha talento può intraprendere anche altre strade, può evolversi e magari risultare migliore nelle cose nuove che fa.

Sicuramente c'è ancora molta gente scettica riguardo alla vittoria di questo film. Per me non è assolutamente una ruffianata verso l'Academy, come ha detto qualcuno. Bisogna smetterla di pensare sempre a film che vengono fatti per puntare all'Oscar e altre paranoie di questo tipo. Godetevi questa meraviglia. È sorprendente. Ha colto tutti di sorpresa. Chi ha mai pensato che nel 2012 ci saremmo trovati di fronte ad un film muto? Ma poi non un film muto così giusto per farlo, un film bello e realizzato magnificamente.


The Artist ha meritato il premio al Miglior Film, magari quello alla Regia potevano darlo a Scorsese.. ma comuqnue siamo di fronte a un grande film. Coraggioso, nostalgico, recitato divinamente.

Voto 8/10









Oscar 2012 - Red carpet e vincitori

Jessica Chastain
È mezzanotte e il red carpet è partito già da un po'.
Divertentissima la tipa che  tiene in mano un foglio con scritto il nome degli attori sconosciuti! 

Berenice Bejo arriva insieme al marito, il regista di The Artist, Michael Hazanavicious. È davvero una bellissima donna. Le viene chiesto se il copione di un film muto è piccolino, lei dice che invece è molto sostanzioso perché viene scritta la descrizione delle scenografie e delle azioni in maniera più approfondita.
Stupenda Shailene Woodley, 20 anni, protagonista di The Descendants. È famosa soprattutto per aver recitato in La vita segreta di una teenager americana.
Jessica Chanstain! Candidata come migliore attrice non protagonista per The Help, che ci tiene a mostrare la sua bella chioma rossa, si porta dietro anche la mamma, fierissima della figlia.
Ed eccolo il divo per eccellenza! George Clooney che indossa Armani. Geeeorge è insieme alla fidanzata Stacy Keibler. "She looks like an Oscar statue!", dicono di lei le commentatici di E! Entertainment.
Viola Davis è la favorita per portarsi a casa l'ambita statuetta e ci rivela che Halle Berry, la prima donna di colore ad aver vinto un'Oscar, non può essere presente perché si è rotta il piede inseguendo la figlia in casa.
Michelle Williams è stupenda, bellissima, così fragile, delicata, dolce, in un elegante vestito rosso Louis Vuitton. Interpreta Marylin Monroe nel film My week with Marylin. Non sapeva molto di Marylin, realizzando il film ha potuto riscoprirla, capendo che la grande icona del cinema era più intelligente, più triste di quello che uno potrebbe pensare. C'ha messo dieci mesi per prepararsi per questa parte. 

Bella anche Rooney Mara (Millennium: Uomini che odiano le donne) che indossa un vestito di un colore insolito per lei: il bianco. Avrei preferito se avesse sfilato vestita da Lisbeth Salander!
Spariti tutti tatuaggi e piercing, si presenta come una bambolina, con la pelle chiarissima e questo rossetto forte. Bella. Il vestito l'ha scelto la mattina perché non riusciva a decidersi. Dice di non riuscire ad abituarsi ancora al tappeto rosso, anche perché si nota subito la sua grande timidezza e riservatezza, infatti sembra strano quando le scappa un sorriso, che per lei è insolito.

Octavia Spencer. La favorita. Tutto il mondo sembra conoscerla, la beniamina di questi Oscar. Era molto nervosa la mattina, anche perché la gente le chiedeva se avesse un discorso pronto in caso di vittoria. Assolutamente no, è l'ultima cosa che farebbe.

Jean Dujardin. Dice di essere come un bambino in un parco giochi. In quel momento è nervosissimo, orgoglioso, felice. Bisogna fare una considerazione sulle sue sopracciglia indipendenti!

Ahahahahahah! Arriva Sacha Baron Cohen vestito da dittatore, accompagnato da due soldatesse abbastanza avvenenti! Indossa un vestito tutto iraniano, dice! ahahah! La security lo porta via dopo aver rovesciato un vaso di terra o cosa sia non si sa (sembrano ceneri umane!) addosso all'inviato di E!

Che diavolo ci fanno il principe Alberto di Monaco e la moglie?? Mah..

Quest'anno va il rosso, usato anche da Emma Stone e Natalie Portman tutte e due magnifiche!




















Ma l'Oscar alla figaggine va sicuramente a Brangelina, inquadrati a più non posso durante la serata! They were awesome!



E la cerimonia può avere inizio.
Comincia subito con una video parodia dei film nominati fatta dal presentatore Billy Crystal! Davvero esilarante.
Poi presenta i 9 film candidati cantando.


Billy Crystal si rivela essere azzeccatissimo nel ruolo di mattatore della serata, con la sua comicità e irriverenza la serata scorre liscia fino alla fine senza momenti di noia.

Bellissima l'esibizione del Cirque du Soleil


Simpaticissimo siparietto fra Emma Stone e Ben Stiller che presentano il premio ai Migliori Effetti Speciali. Grandissima Emma!!!!!




Ma veniamo ai vincitori, quasi tutti già preannunciati alla vigilia.

MIGLIOR FILM
The Tree of Life
The Artist
Midnight in Paris
The Help
Paradiso amaro
Hugo Cabret
Molto forte, incredibilmente vicino
L'arte di vincere - Moneyball
War Horse

CHI TIFAVO: Beh, io tifavo per due film: Hugo Cabret e The Artist
VINCITORE: The Artist


MIGLIOR REGIA
Terrence Malick, The Tree of Life
Michel Hazanavicius, The Artist
Martin Scorsese, Hugo Cabret
Woody Allen, Midnight in Paris
Alexander Payne, Paradiso amaro

CHI TIFAVO: Martin Scorsese
VINCITORE: Michel Azanavicious, The Artist




MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Demián Bichir, A Better Life
Jean Dujardin, The Artist
George Clooney, Paradiso amaro
Brad Pitt, L'arte di vincere - Moneyball
Gary Oldman, La talpa

CHI TIFAVO: Jean Dujardin
VINCITORE: Jean Dujardin



MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Rooney Mara, Millennium - Uomini che odiano le donne
Michelle Williams, My Week with Marilyn
Viola Davis, The Help
Meryl Streep, The Iron Lady
Glenn Close, Albert Nobbs

CHI TIFAVO: Allora, io son rimasto stregato da Rooney Mara, ma tifavo anche Viola Davis.
VINCITRICE: Meryl Streep. 3' Oscar per lei.



MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Christopher Plummer, Beginners
Max von Sydow, Molto forte, incredibilmente vicino
Nick Nolte, Warrior
Kenneth Branagh, My Week with Marilyn
Jonah Hill, L'arte di vincere - Moneyball

Non avevo un preferito, anche perché ho visto solo uno di questi film.
VINCITORE: Christopher Plummer



MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Jessica Chastain, The Help
Bérénice Bejo, The Artist
Octavia Spencer, The Help
Melissa McCarthy, Le amiche della sposa
Janet McTeer, Albert Nobbs

CHI TIFAVO: Assolutamente Octavia Spencer, strizzando l'occhio a Berenice Bejo.
VINCITRICE: Octavia Spencer



MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Margin Call: J.C. Chandor
The Artist: Michel Hazanavicius
Le amiche della sposa: Kristen Wiig, Annie Mumolo
Una separazione: Asghar Farhadi
Midnight in Paris: Woody Allen

CHI TIFAVO: Il geniale Woody Allen
VINCITORE: Woody Allen che, come sempre, non è presente alla cerimonia.



MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Paradiso amaro: Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash
Le idi di Marzo: George Clooney, Grant Heslov, Beau Willimon
Hugo Cabret: John Logan
L'arte di vincere - Moneyball: Steven Zaillian, Aaron Sorkin, Stan Chervin
La talpa : Bridget O'Connor, Peter Straughan


CHI TIFAVO: Moneyball
VINCITORE: The Descendants - Paradiso Amaro


MIGLIOR SCENOGRAFIA

VINCITORE: Gli italiani Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo vincono il loro 3' Oscar per la scenografia di Hugo Cabret. "This is for Martin (Scorsese) and for Italy!"







MIGLIOR FOTOGRAFIA: VINCITORE: Robert Richardon - Hugo Cabret

MIGLIOR COSTUMI: The Artist

MIGLIOR TRUCCO: The Iron Lady

MIGLIOR FILM STRANIERO: A separation (Iran)

MIGLIOR MONTAGGIO: Millennium - Uomini che odiano le donne

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO: Hugo Cabret

MIGLIOR SONORO: Hugo Cabret

MIGLIOR DOCUMENTARIO: Undefeated

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE: Rango

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI: Hugo Cabret

MIGLIORE COLONNA SONORA: The Artist

MIGLIOR CANZONE: Real in Rio dal film Rio

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO: The Shore

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO: Saving Face

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D'ANIMAZIONE: The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore








25 febbraio 2012

Millennium: Uomini che odiano le donne






Titolo originale: The Girl with the Dragon Tattoo
Paese: USA, Svezia, UK, Germania, Canada
Genere: Drammatico, Thriller
Regia: David Fincher
Cast: Daniel Craig, Rooney Mara, Christopher Plummer, Stellan Skarsgard, Steven Berkoff, Robin Wright
Durata: 158'






Mi viene molto difficile dare un giudizio oggettivo completo a questo film poiché ho letto prima il libro, uno dei più belli che mi siano mai passati tra le mani. Per ora ho letto il primo della trilogia Millennium, ovvero Uomini che odiano le donne. È stata subito passione sfrenata. Molti dicono che gli scritti di Stieg Larsson non avrebbero avuto tutto questo incredibile successo se lui non fosse morto così giovane ancora prima di pubblicare i 3 romanzi, che erano solo l'inizio di una lunga serie di opere. C'è da dire che il romanzo di Larsson è un giallo a tutti gli effetti, forse anche abbastanza semplice alla fin fine, se uno ci pensa un attimo. Anche il finale potrebbe rivelarsi scontato, e uno lo può intuire anche molte pagine prima della fine. Ma il vero punto forte del romanzo è sì il mistero, l'indagine, ma soprattutto l'atmosfera creata da Larsson. Un'atmosfera fredda, cupa, in cui agiscono i personaggi che hanno subito fatto breccia nel cuore di milioni di lettori. I protagonisti sono il punto cardine del romanzo. Secondo me, trasporre in film un libro del genere è molto difficile ma non impossibile. Come ogni trasposizione è difficile restituire le stesse atmosfere, le stesse caratterizzazioni dei personaggi, che il libro dà.
Devo dire che Fincher e compagnia bella hanno fatto un ottimo lavoro. Io non ho visto la trilogia cinematografica svedese, quindi non posso confrontarli, ma credo siano abbastanza diversi.
Ciò che però mi trovo ad ammettere, è che da questo film mi aspettavo molto di più, soprattutto dopo aver visto il cast e il regista. Credo che ha molti abbia fatto lo stesso effetto, qualcosa di più ci si aspettava.
Ma.. il risultato che ne viene fuori è molto ma molto soddisfacente, almeno per me. Però, lo ripeto, l'aver letto il libro influenza non poco la visione generale del film e dei suoi elementi. Vorrei proprio sapere cosa ne pensa una persona che ha visto il film ma non ha mai letto il libro.
La trama non sto qui a scriverla, perché credo che la maggior parte delle persone che vogliono andare a vederlo abbiano già letto il libro o sanno già di cosa tratta.
Il film, dal mio punto di vista di lettore del libro, è stato molto fedele all'opera di  Larsson. Ogni azione, ogni situazione, luogo, traccia, mistero, è stato affrontato molto bene, era proprio come io me l'ero raffigurato leggendo il libro. Per me è stato anche troppo fedele. Il film dura già molto tempo, 2 ore e mezza, e per non dilungarlo ancora di più sono state tagliate alcune parti anche molto importanti nel libro, ma che nel film non tolgono nulla. Una delle pecche è che il ritmo a tratti è molto veloce, in altri punti invece è lento, anche troppo. Avrebbero dovuto reinterpretare maggiormente il libro, così da accelerare tutto il meccanismo.



C'è da dire che, però, non ci si annoia mai, merito soprattutto della regia perfetta di David Fincher. Ho letto molte critiche verso di lui, accusato di essersi allontanato dallo stile che lo aveva contraddistinto in precedenza. Secondo me, invece, è stato fedele a se stesso. Fincher predilige sempre gli ambienti cupi, scuri, in cui agiscono storie di uomini cattivi, e penso che in questo suo ultimo lavoro il suo stile si vede, eccome. Inquadrature particolari, sensate, raccordate in maniera incredibilmente perfetta. Alcune scene sono, cinematograficamente parlando, delle vere perle di maestria, veramente da applausi. Ruolo centrale lo svolge anche la fotografia di Jeff Cronenweth (candidato all'Oscar) che restituisce l'atmosfera cupa della Svezia descritta da Larsson.
Il film è vietato ai minori di 14 anni, anche se c'è qualche perplessità intorno a questa scelta, visto che alcune scene (come quella dello stupro) sono molto molto molto forti.

Ma veniamo ai protagonisti principali. Il personaggio più bello, più interessante, dannatamente dannato, che ha affascinato tutti i lettori è sicuramente Lisbeth Salander.
Lisbeth è un'hacker che si veste da punk e ha la sigaretta sempre in bocca. È sola, un essere asociale. Non ha contatti sentimentali con nessuno, tranne qualche incontro a sfondo sessuale. È fredda e all'apparenza non prova sentimenti. È diffidente verso tutto e tutti, si fida solo di se stessa.
Il personaggio di Lisbeth è complicatissimo. Nel libro, Larsson le dedica tantissime pagine, proprio perché il suo carattere presenta sfaccettature diverse che non si possono buttare giù così in poche righe..
Ho trovato Rooney Mara assolutamente perfetta nel ruolo di Lisbeth Salander che le ha fatto ottenere la candidatura come Miglior Attrice Protagonista agli Oscar. Io tifo per lei, ma anche per Viola Davis protagonista di The Help.
Rooney Mara si cala in maniera assurda nella parte della hacker. I piercing che il personaggio richiedeva, lei se li è fatti fare veramente: quattro in ogni lobo e uno nel sopracciglio, nella narice, nel labbro e nei capezzoli, togliendoli alla fine delle riprese ma lasciandone uno. 
Nel film dice poche, per non dire pochissime, battute; comunica tantissimo con lo sguardo e coi movimenti. Davvero una Lisbeth perfetta. Magari qualcuno considera migliore l'interpretazione di Noomi Rapace nel film svedese, ma io non l'ho visto. Potrebbe anche essere. Sta di fatto che Rooney Mara mi ha davvero sorpreso, anche se non la conoscevo, perché era difficile dare identità al personaggio cult dell'opera di Stieg Larsson.
FUCK YOU / YOU FUCKING / FUCK

Veniamo a Daniel Craig che interpreta il giornalista Mikael Blomkvist. Craig abbandona le vesti del James Bond di turno per mettere su qualche chiletto e calarsi nella parte del giornalista/detective catapultato in una zona semi sconosciuta della Svezia. Ottima prova da parte sua. Non avrei potuto immaginare un Mikael migliore! Mi ha molto convinto.
Da segnalare poi la presenza di Christopher Plummer nei panni del magnate capo famiglia Henrik Wanger e dell'attore svedese Stellan Skarsgard che interpreta Martin Wanger.




Particolarmente efficace e molto bella la colonna sonora composta da Trent Reznor (fondatore e membro dei Nine Inch Nails) e Atticus Ross, che hanno anche riarrangiato il famoso pezzo dei Led Zeppelin "Immigrant Song" usato nei MAGNIFICI titoli di testa del film, spettacolari, che da soli valgono quanto tutti i cinepanettoni messi assieme! Guardare per credere.


Il film, nel suo complesso, mi è piaciuto anche se mi aspettavo qualcosinainaina di più da questo remake americano. Consiglio vivamente a tutti quelli che non hanno ancora visto il film di leggere prima il libro che è bellissimo. È un giallo classico, apparentemente senza niente di così eccezionale, ma l'atmosfera e i personaggi lo rendono davvero un piccolo capolavoro ormai diventato un cult.

Voto al film: 7,5
Voto alla regia di David Fincher: 9
Voto alla Lisbeth Salander cinematografica (e quindi anche a Rooney Mara): 8



*** ATTENZIONE SPOILER *** chi non ha letto il libro o visto ancora il film NON legga di seguito.

Ecco quali sono le principali DIFFERENZE tra il libro di Stieg Larsson e il film di Fincher:

- Relazione fra Mikael Blomkvist ed Erika Berger nel film è solo abbozzata.
- Assenza della relazione tra Mikael e Cecilia Vanger
- Mikael, nel film, non va in prigione per 3 mesi come succede nel libro, sempre a causa di Wennerstrom.
- Nel libro, Mikael scrive e porta a compimento la biografia su Henrik Vanger e famiglia.
- Nel libro, Anita Vanger non è morta, ma risiede a Londra.
- Nel libro, Martin muore volontariamente schiantandosi contro un mezzo pesante.
- Il finale del film è stato un po' cambiato rispetto a quello del libro. Nel libro, infatti, Anita è vive e abita a        Londra, mentre Harriet vive in Australia, dove Mikael si reca per incontrarla.
- Il rapporto che via via si fa sempre più sentimentale fra Mikael e Lisbeth, nel film non è molto affrontato.







11 febbraio 2012

The Help



USA 2012
Genere: Drammatico
Regia: Tate Taylor
Cast: Emma Stone, Viola Davis, Bryce Dallas Howard, Octavia Spencer, Jessica Chastain
Durata: 137 minuti
Tratto dall'omonimo romanzo di Kathryn Stockett



Questo film è stato per me una vera sorpresa. Sì, perché mai mi sarei aspettato di trovarmi di fronte ad un'opera meravigliosa come il film di Tate Taylor, capace allo stesso tempo di far divertire, piangere ed emozionare.

Il tema affrontato è bello forte. Siamo nell'America dei primi anni 60, precisamente in Mississipi, uno Stato considerato il peggiore in quanto a razzismo. In quegli anni i neri erano ancora considerati inferiori rispetto ai bianchi. Le donne lavoravano come cameriere nelle grandi case dei bianchi, e quasi sempre si ritrovavano a fare da madre ai figli di casalinghe troppo impegnate nel giocare a bridge, organizzare feste e pseudo raccolte di fondi per "i bambini africani".



Nella piccola cittadina di Jackson troviamo Eugenia Phelan, detta "Skeeter" (Emma Stone), una ragazza senza peli sulla lingua, cosa che le crea qualche problema in fatto di relazioni amorose, neolaureata che trova lavoro presso il giornale locale in cui tiene una rubrica dove risponde alle lettere delle casalinghe. Ma Skeeter aspira a tutt'altro: il suo sogno è diventare scrittrice.
Suo malgrado è testimone della discriminazione verso i neri che davanti ad un bianco perdono i propri diritti e sono trattati alla pari degli schiavi. Non possono neanche usare il bagno dei bianchi perché considerati portatori di malattie "strane". Il tutto si svolge in un clima di tensione, anche perché Martin Luther King sta preparando la manifestazione in cui neri e bianchi sfileranno assieme a Washington.


Sempre più contraria alle idee dei suoi concittadini, Skeeter si fa coraggio e decide di scrivere un libro in cui dare voce alle cameriere, riportare le loro storie, gli aneddoti, i vizi e gli abusi dei bianchi. 
La ragazza riesce ad ottenere il consenso di una cameriera, Aibileen Clark (Viola Davis), che comincia a raccontare la sua vita a servizio dei bianchi. A lei si unisce poi la sua migliore amica Minny Jackson (Octavia Spencer), colei che racconterà alcuni particolari scabrosi su alcune donne del paese. Le altre cameriere sono però restie, hanno paura a partecipare ad una simile opera perché ne temono le conseguenze. Alcune azioni delle donne bianche a danno delle loro amiche e colleghe, fanno rapidamente cambiare idea alla comunità di cameriere che decide così di collaborare per la stesura del libro. 
Skeeter può finalmente concludere il suo lavoro, lo fa pubblicare anonimo e riscuote subito un successo incredibile. Le donne bianche del paese sono sconvolte perché leggendo il libro scoprono particolari che rimandano alla loro comunità. Le cameriere e la comunità di neri ottiene invece coraggio e forza per andare avanti. La missione di Skeeter è compiuta.

Questo film non ha un protagonista centrale. No. Questo è un film corale, del quale le donne sono l'anima e il motore. Gli uomini sono pressoché inesistenti.
Da una parte troviamo donne deboli, insofferenti, che si nascondono dietro finti sorrisi e feste di beneficenza altrettanto finte; dall'altra le cameriere, donne forti che svolgono un lavoro duro, reso altrettanto duro dai tormenti dei bianchi; ma sono donne che non si arrendono, che stringono i denti perché magari a casa hanno 5 figli da accudire, ai quali si aggiungono anche i figli dei bianchi.
La lotta per l'emancipazione, contro il perbenismo della tipica famiglia americana di quel tempo.



È un film che parla della lotta per i diritti, del riscatto del debole sul forte (in questo caso sul cattivo razzista) e lo fa con decisione mostrandoci quella cattiveria delle persone che penetra dentro e ti distrugge, soprattutto quando non puoi reagire. Infatti è il non poter reagire, il non poter ribattere a quelle malvagità che spesso la mente umana produce, la cosa che fa più male. Cresce dentro una rabbia che non si può esternare. Ed ecco che arriva qualcosa e qualcuno che può cambiare le cose, che può dare slancio vitale e rendere possibile il riscatto. In questo caso il qualcuno e il qualcosa sono Skeeter e la scrittura. Il coraggio di questa giovane ragazza viene trasmesso alle cameriere impaurite che finalmente possono prendersi una rivincita verso quelle che le hanno sempre offese gratuitamente e trattate alla stregua di un essere viscido.
La parola scritta è il mezzo ideale per lasciar scorrere i pensieri, le considerazioni, gli aneddoti, le storie che uno si tiene dentro e crede non sia possibile condividere con gli altri. 
L'opera di Skeeter fa entrare nel panico tutta la comunità delle casalinghe ipocrite e perbeniste, perché racconta il loro lato oscuro, o meglio, il lato che loro vogliono nascondere, il loro vero carattere senza falsi sorrisi o vestiti extra sgargianti che rendono la persona solo un involucro estetico, ben fatto, ma all'interno vuoto.



La vera forza di questa pellicola, che è candidata all'Oscar come Miglior Film, è il cast tutto femminile. Incredibilmente perfetto. Emma Stone è bellissima e dolcissima, e rappresenta perfettamente il personaggio: forte, coraggioso ma dolce allo stesso tempo. Da segnalare poi le altre protagoniste principali non per niente candidate tutte e tre all'Oscar: Viola Davis come Migliore Attrice Protagonista mentre Octavia Spencer (che ha vinto il Golden Globe per questo ruolo) e Jessica Chastain candidate come Migliore Attrice Non Protagonista

Ci si diverte, si ride tanto, ci sono alcune scene davvero esilaranti, ma ci si commuove pure; merito di un cast eccezionale e di un'atmosfera anni '50 '60 ricostruita in maniera impeccabile.
Non ho paura ad ammettere che questo film è un piccolo gioiello; non trovo sbavature, o se ci sono vengono nascoste da tutto il resto che per me è perfetto.
Bellissimo. Consigliato a tutti, ma in particolar modo a chi ha paura di osare, di rischiare e di cambiare la propria vita. CREDETECI!

Voto: 8,5 










6 febbraio 2012

I migliori Spot del 46° Super Bowl



New York Giants battono 21 a 17 i New England Patriots e portano a casa il Super Bowl numero 46, giocato nella notte a Indianapolis. 
Ma lo spettacolo, come capita sempre durante un evento del genere, non è stato dato solo dai giocatori in campo ma anche dagli spot pubblicitari andati in onda durante le frequenti pause. Ogni spot di 30 secondi costa 3.5 milioni di dollari e tutto lo spazio disponibile era già stato venduto prima della fine di Novembre 2011. Ma considerando che questo evento è visto da un centinaio di milioni di spettatori, l'investimento è più che azzeccato. 

Di seguito trovate i migliori spot andati in onda ieri notte.


La Budweiser è famosa per i suoi spot divertenti. Protagonista di quest'ultimo è un cane che si chiama Wego. Come afferma il padrone, Wego è un cane da salvataggio. Porta le birre. È stato addestrato: quando gli si dice "Here Wego!" ("Qui, Wego) lui va e prende una birra. Questo però crea incomprensioni perché la parola Here We Go in inglese significa Eccoci, eccomi. Geniale.




Lo spot della Chrysler è molto toccante, gioca sull'atmosfera e su un testimonial d'eccezione, un grandissimo Clint Eastwood che invita l'America a non mollare in questo duro momento e a rialzarsi. "It's halftime America, and our second half is about to begin."




Continuiamo con uno spot davvero esilarante. Una coppia alle prese con uno yogurt!





Lo spot della Acura NSX ha come protagonista il comico e attore Jerry Seinfield che, ammaliato dall'auto, cerca di far cambiare idea all'uomo che ha comprato l'ultima Acura disponibile nella concessionaria. Nel finale fa una comparsata anche il comico e conduttore Jay Leno.




Un altro incredibile spot per un'auto è quello della Kia Optima che vede la partecipazione della modella Adriana Lima, del gruppo dei Motley Crue e del lottatore Chuck Liddel.





Divertentissimo spot del Samsung Galaxy Note.





E chiudiamo con lo spot della Fiat 500 Abart. Uno spot molto sensuale! 












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