16 dicembre 2011

Le Idi di Marzo di George Clooney



Titolo: Le Idi di Marzo
Paese: U.S.A.
Durata: 98'
Regia: George Clooney
Basato sul lavoro teatrale Farragut North di Beau Willimon
Cast: Ryan Gosling, George Clooney, Evan Rachel Wood, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Philip Seymour Hoffman

Devo ammetterlo, George Clooney se la cava benissimo dietro la macchina da presa e lo dimostra in questo suo ultimo film di cui è anche protagonista. Le Idi di Marzo è un film sulla politica americana, che non risparmia le critiche al modo di fare campagna elettorale. Dietro i comizi, le interviste, le partecipazioni a eventi esclusivi, del candidato di turno (qui parliamo di colui che occuperà la Casa Bianca), c'è un esercito di collaboratori, giovani stagisti, e addetti stampa che tengono in piedi la baracca. Ma in un clima di così alta tensione e preoccupazione, è inevitabile che qualcosa sfugga dalle mani di questi personaggi e rischi di compromettere il lavoro di mesi.

Succede che ci troviamo di fronte ad un grandissimo Ryan Gosling, che dopo la sorprendente prova in Drive, torna a stupire con un'interpretazione brillante. È incredibile come riesca a risultare sempre calmo e a comunicare semplicemente con lo sguardo. Gosling interpreta Steven Myers, il portavoce, l'addetto stampa, di George Clooney nelle primarie democratiche in Ohio. Dicono che sia uno dei migliori, se non il migliore, nel suo mestiere. È furbo, è scaltro, intelligente e ha sempre un asso nella manica per salvare il culo al suo "futuro" Presidente. Emana un'aura di positività e riesce a portarsi a letto anche la giovane stagista, bellissima e bravissima, Evan Rachel Wood, che avrà poi un ruolo fondamentale nella vicenda. 

Ma non tutto è rose e fiori. Steven capisce ben presto che la corruzione e il tradimento fanno parte integrante del mondo politico, un mondo che se non sei abbastanza forte, se non sei furbo e non trovi il coraggio di prevaricare sugli altri, allora ti schiaccia, ti fa fuori.

Devo dire che di solito non vado al cinema a vedere film di questo genere che parlano di politica. Ma con un cast così non ho potuto fare altro. La regia di Clooney mi ha convinto. Ci sono un paio di scene e inquadrature d'applausi. Un bel film, un'altra, l'ennesima, auto-critica americana al proprio sistema politico (e qui in Italia una cosa così quando si avrà?).
Consigliato.

Voto: 7/10






3 dicembre 2011

The Wrestler


The Wrestler (2008)



Attenzione SPOILER trama. Chi non ha visto il film, non legga l'articolo!

Siamo a fine anni '80. Il Wrestler professionista Randy "The Ram" Robinson è all'apice della sua carriera. Oggi, 20 anni dopo, vive una vita fatta di stenti, di povertà, di rimpianti. Lavora in un supermercato, non ha una casa propria ma vive in una roulotte e quando non può pagare l'affitto, dorme nel suo furgoncino, svegliato dai bambini del vicinato. Non ha più relazioni con le persone. L'unica che sembra poterlo confortare e sostenere, la sua unica amica, è una spogliarellista di un night club, Cassidy (una straordinaria Marisa Tomei, che ricevette una nomination come migliore attrice non protagonista). Con lei cerca anche si instaurare un rapporto più sentimentale. Nel fine settimana, arrotonda lo stipendio combattendo in piccoli incontri. Le lotte risultano essere anche brutali, lo spettacolo è servito, tutti i wrestlers prima di darsele si accordano sulle mosse da proporre sul ring, acquistano oggetti da utilizzare in scena come padelle, stagnole, addirittura trappole per topi. È tutto finto ma non si capisce cosa è voluto e cosa no.


Ha una figlia, Stephanie (Evan Rachel Wood), che non vede mai. Lei lo odia, lo accusa di non esserci mai stato nei momenti in cui lei aveva bisogno. Randy cerca di mettere in sesto questo rapporto, di rimediare agli errori. Ma non può, non ci riesce. Lui è così, anche cercando di comportarsi in maniera diversa fallirà sempre. E fallisce pure con la figlia. Brucia la sua seconda possibilità.






Dopo un incontro, Randy si sente male, casca a terra come un sacco. Infarto. Non potrà più lottare, è a rischio la sua vita. Ma il wrestling è l'unica cosa che a Randy importa, l'unica cosa in cui non è un fallito.
Combatte anche contro l'età che avanza, lui non vuole mollare, non vuole gettare la spugna, anche se ormai il suo tempo è finito. È vecchio per questo lavoro. Lo dimostra la scena in cui Randy si trova in una palestra insieme a delle altre vecchie glorie di questo sport, tutti ormai anziani o con problemi fisici, facendosi pagare per firmare autografi e far foto con pochissimi fan..


Anche Cassidy combatte contro l'età che avanza. Non è più la ragazzina di prima, i clienti del night non la vogliono, la reputano ormai troppo grande per i loro gusti. Ha pure un figlio.
Intanto Randy decidere di chiudere col wrestling. Annuncia in suo ritiro da quello che doveva essere l'incontro dell'anno. La riproposizione, la rivincita, dell'incontro di vent'anni prima contro l'Ayatollah, una battaglia memorabile, dove fu Randy a spuntarla.

Ma poi si ricrede. Capisce che la sua vita è un fallimento completo. "Al mondo non gliene frega un cazzo di me". Ma è un fallimento al di fuori del ring. Sul ring, lui è una bomba. È quella la sua vita. Così accetta di sfidare l'Ayatollah, consapevole di mettere a rischio la propria vita. Cassidy tenta di fermarlo, ammette di provare qualcosa per lui, lo implora di non combattere, gli dice che non è solo.. c'è lei al suo fianco. Ma lui non molla. Non può tornare indietro, anche perché indietro non c'è niente per cui valga la pena continuare a vivere.

"So quello che faccio. E questo è l'unico posto dove non mi faccio del male."



Sulle note di Sweet Child 'o Mine dei Guns 'N Roses, Randy "The Ram" fa il suo ingresso sul ring, con la folla che lo acclama impazzita. Parte poi il discorso ai fan e in quelle parole c'è quasi la descrizione della parabola artistica di Mickey Rourke. Il parallelismo tra la vita di Randy e quella di Rourke è inequivocabile. L'attore è stato bravo a mettersi in gioco in questo film, visto che la storia gli calza a pennello. Le parole finali di Randy possono essere prese anche come descrizione della vita di Rourke: "... e non sono bello come un tempo. Però, maledizione, sono ancora qui. E sono The Ram. È vero il tempo è passato e hanno cominciato a dire 'è finita, non ha futuro, è un perdente, non ce la fa più'. Ma sapete che vi dico? Gli unici che potranno dirmi che non sarò più all'altezza siete tutti voi! È per tutti voi che vale la pena di continuare a combattere.. perché siete la mia famiglia!"

Il combattimento ha inizio, ma Randy comincia a sentire il cuore che non regge più. Ma non cade, continua, non può fallire anche nell'unica cosa che gli riesce meglio. Non può. Resta in piedi, fino alla fine, fino all'ultima mossa, la sua mossa, quella che lo ha reso famoso.. la "Ram Jam". Sarà la sua ultima mossa. 


Ram si lancia, ma non lo vediamo cadere. Sappiamo però come andrà a finire. Ram ha chiuso la sua vita come avrebbe voluto. Sul ring. Sul posto dove per lui valeva la pena vivere. L'unico posto in cui si sentiva una persona per bene.
Sentiamo il pubblico che ancora lo acclama e poi il buio... e parte la meravigliosa canzone di Bruce Springsteen, dedicata proprio all'amico Mickey Rourke.

Un film emozionante, con la regia perfetta di Darren Aronofsky nel raccontare gli stati d'animo del protagonista, e attori straordinari. Primo fra tutti Mickey Rourke. Immenso. Il fatto che la storia di Tha Ram fosse simile alla sua lo avrà sicuramente aiutato. Grande attore. Speriamo segni il suo definitivo ritorno tra i grandi.

Voto: 8/10










21 novembre 2011

Realizzare il proprio sogno. Bradley Cooper insegna



Inside the Actors Studio è una serie della tv americana presentata da James Lipton, uno dei dirigenti del famoso Actor's Studio di New York. In ogni puntata è ospite un famoso attore che nella prima parte risponde alle domande, anche molto accattivanti, di Lipton e poi dialoga col pubblico, costituito dagli stessi studenti della scuola.
Il video qua sotto è preso dall'incontro con Sean Penn del 1998. Tra il pubblico siede un giovane Bradley Cooper (classe 1975) che frequenta il secondo anno e, non senza emozione, fa una domanda al grande attore.




Questa video è stupendo e carico di significato, perché ci dimostra come i sogni si possono avverare. Guardate Bradley Cooper: era sconosciuto a quei tempi, studiava alla scuola e probabilmente sognava di potersi sedere, un giorno, là dove è seduto Sean Penn. E poi guardate i suoi occhi mentre fa la domanda: pieni di emozione. Ancora non immaginava che di lì a poco, avrebbe recitato nella serie tv Alias, con Jim Carrey in Yes Man, con Sandra Bullock in A proposito di Steve e che avrebbe poi sfondato con Una notte da leoni ed A-Team.

Poi.. 13 anni dopo.. Bradley Cooper fa di nuovo il suo ingresso all'Actors Studio. Ma questa volta non come studente, ma come star. E l'emozione prende il sopravvento e le lacrime lasciano il posto alle parole. Bradley capisce di aver realizzato il suo sogno, ricorda di quando era solo uno studente e tutto questo è meraviglioso






19 novembre 2011

The Walking Dead



Titolo: The Walking Dead
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 2010 - in produzione
Genere: azione, drammatico, horror
Stagioni: 2
Episodi: 19


Era da un po' che volevo cominciare questa serie. Il promo mi aveva affascinato. Finalmente qualcosa di diverso, un telefilm non sui soliti poliziotti, avvocati, medici, bensì sugli zombie! Che ficata! 
A me generalmente i film con gli zombie piacciono, anche se non spaventano manco per il cazzo. La cosa migliore di film così è il fatto che i protagonisti devono scappare, cercare di sopravvivere etc. innescando tutte le azioni conseguenti. 



The Walking Dead parte bene, anzi benissimo. L'agente di polizia Rick Grimes è il protagonista. All'inizio è un po' disorientato, essendosi svegliato dal coma trovando il paese sotto sopra, con cadaveri sparsi nei viali e porte che recitano: Don't Open, Dead Inside.
Ma poi Rick comincia a rivelare la sua natura di leader carismatico, dotato di forza e intelligenza. Un tipo cazzuto insomma, che credo mi starà simpatico per il resto del telefilm.

L'episodio pilota è spettacolare ed è stato acclamato in lungo e in largo ed è quello che ha ottenuto gli ascolti più alti in assoluto di tutti gli episodi pilota della rete AMC. Siamo di fronte ad una serie tv sugli zombie di qualità cinematografica! Che si vuole di più!


La regia è perfetta. Non per altro dietro la macchina da presa c'è un certo Frank Darabont (Le ali della LibertàIl miglio verdeThe mist).
La prima stagione conta solo episodi. Ho letto molte critiche negative, c'è chi dice che gli episodi della prima stagione siano scadenti, troppo banali, ma che la seconda stagione si sta rivelando un successo. Beh io ho visto solo i primi due episodi, ma quello che ho visto è stato grandioso! Quindi starò a vedere se la serie si manterrà a questi livelli.

P.S. Stephen King ha inserito il quinto episodio della prima stagione al secondo posto della sua personale lista dei migliori show televisivi del 2010.







18 novembre 2011

Little Miss Sunshine - Recensione




Titolo: Little Miss Sunshine (2006)
Regia: Jonathan Dayton e Valerie Faris
Cast: Greg Kinnear, Toni Collette, Steve Carell, Alan Arkin, Abigail Breslin, Paul Dano
Genere: Commedia, drammatico

Questo film è uscito nel 2006 e, porca miseria, l'ho scoperto tardi. Ma forse è un bene averlo visto solo ora, perché son riuscito a capire cosa il film ha voluto comunicarmi. Si perché qui siamo di fronte ad un film davvero splendido. Un piccolo capolavoro della commedia americana, che secondo me è molto meglio dei vari American Pie. È un film che ti fa ridere, a volte scompisciare, ma che riesce anche a commuovere e a far riflettere.

Agli Oscar del 2007 fu candidato a 4 premi: miglior film, miglior attore non protagonista, sceneggiatura originale, attrice non protagonista. Ne vinse due.
Protagonista assoluta della pellicola è la famiglia degli Hoover, residente ad Albuquerque, in New Mexico. Sono dei tipi all'apparenza totalmente diversi gli uni dagli altri che sembrano essere stati messi a casaccio all'interno della stessa famiglia da un destino cattivo. Ma vediamoli nel dettaglio.






Richard: Il padre. Egli si pone come vero e proprio leader della famiglia, cerca di motivarli a raggiungere i loro scopi da vincenti. Richard, infatti, spera di poter sfondare nel mondo dell'editoria con un saggio che spiega come raggiungere il successo in nove passi. Tiene delle conferenze su questo argomento, che non sembra interessare a molti, meno che alla sua famiglia.




Sheryl: La madre. Donna in gamba, attenta alle esigenze dei familiari, preoccupata dalla loro situazione economica spera che le teorie del marito possano giovare alle casse della famiglia.







Frank: Fratello di Sheryl, si definisce il più grande studioso americano di Marcel Proust; è omosessuale e ha tentato il suicidio dopo che ha perso il lavoro e il suo amante l'ha scaricato.
Ad interpretarlo è Steve Carell conosciuto in veste comica in Una settimana da Dio, Un'impresa da Dio, 40 anni vergine.







Dwayne: Ogni giorno pratica esercizi fisici e legge Nietzche. Ha fatto voto di silenzio e non parla da 6 mesi. Comunica con un bloc notes e fa notare che odia tutti quelli che lo circondano. Sogna di diventare un pilota di Jet.


Nonno Edwin: Il nonno vive con la famiglia dopo essere stato cacciato dalla casa di riposo per il fatto che sniffa eroina. Ha nostalgia dei tempi passati, quando tutto per lui era possibile.

Un grande Alan Arkin che con questa interpretazione vince l'Oscar al miglior attore non protagonista.




Olive: 7 anni. È il personaggio più simpatico del film, attorno al quale ruotano le vicende. Una bambina abbastanza sveglia che sogna di vincere il concorso di Piccola Miss California.

Guardate Abigail Breslin.. guardate questa piccola grande stella recitare e capirete perché è stata candidata all'Oscar come miglior attrice non protagonista a soli 10 anni. Incredibile. Se mai avessi una figlia, mi piacerebbe fosse così.











Tutti i personaggi hanno dei problemi. Non son contenti della loro vita, c'è chi è stato deluso, tradito, chi si è visto distruggere il proprio sogno.
Tutti insieme, a bordo di un pulmino giallo Volkswagen T2 partono alla volta della California, dove Olive spera di vincere l'ambito trofeo. Ormai è da tanto che aspetta questo momento e ogni giorno si allena col nonno sul numero che dovrà fare una volta sul palco. 



Il viaggio presenta una serie di intoppi, tutto va per il verso sbagliato e i protagonisti per poco non finiscono per arrendersi... Il viaggio, le disavventure che accadono, non fanno altro che riunire quei legami, all'interno della famiglia, che erano venuti meno, magari per sciocchezze, per scarsa comunicazione. Alla fine si ritrovano uniti più che mai e niente potrà impedire loro di far felice la piccola Olive. Ma il sogno di Olive, diventa quello di ognuno di loro.

E anche se qualcosa non va per il verso giusto.. non importa. La cosa importante è che uno creda in quello che fa, creda nel suo sogno.. e faccia di tutto pur di realizzarlo. Il risultato magari non sarà come previsto, ma ci si guarda dentro e si capisce di essere fieri di noi stessi.. che non ci siamo arresi.. che non abbiamo mollato neanche un istante.

Poi ci guardiamo intorno e vediamo le persone che amiamo.. vediamo che loro ci sono state vicine sempre. E se con loro ci abbiamo litigato, se eravamo sul punto di abbandonarle, se le abbiamo odiate.. beh ora non conta più. Ora conta solo che siamo di nuovo insieme. Conta che siamo una famiglia.









"Sai una cosa? Vaffanculo i concorsi di bellezza! In fondo, la vita è tutta un fottuto concorso di bellezza dopo l'altro. Il liceo, l'università, poi il lavoro... vaffanculo! E vaffanculo l'accademia aeronautica! Se voglio volare il modo per volare lo troverò. Fai la cosa che ami e vaffanculo il resto." (Dwayne)



Questo è ciò che il film mi ha fatto capire. E non c'è cosa più bella di un film che ti fa divertire ma che nel contempo ti fa riflettere. Riflettere sulla tua vita.
E anche se la vita non è un film, io dico che un film è la proiezione di quello che la vita è ma che noi non vediamo, dettagli che sfuggono al nostro occhio troppo indaffarato in altro. 
Per questo amo il cinema e amo film come Little Miss Sunshine.




9 novembre 2011

Thor, ovvero: ma guarda c'è Natalie!



Titolo: Thor (2011)
Regia: Kenneth Branagh
Cast: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Anthony Hopkins, Tom Hiddleston, Stellan Skarsgard, 
Genere: Supereroi, Fantastico, Azione
Tratto dal fumetto della Marvel Comics


Vi dico che quando è uscito al cinema, io questo film non l'ho manco cagato. Cioè non me ne importava nulla. Ho preso una pausa dal genere dei supereroi, ma ora voglio immergermi a pieno nei meandri dell'universo cinematografico di Marvel e Co. Il motivo per cui ho visto Thor è che ho intenzione di vedermi tutti i film della mia amata Natalie Portman (si sono innamorato va bene! Come si fa a non adorarla??), tutti, dal primo all'ultimo, nel mio caso dall'ultimo al primo. Così ho dato uno sguardo alla sua filmografia e ho scelto Thor. 

Alla regia c'è Kenneth Branagh, uno che di solito porta sullo schermo le opere di Shakespeare, e che col genere fantascientifico-azione non se la cava molto bene. Ditemi che senso hanno quelle inquadrature sbilenche che ci propina in varie scene del film?? Odio profondo! Del resto bisogna anche scusarlo, Thor non è Shakespeare. 
Diciamo che la trama è abbastanza semplice, anche troppo. Ciò che mi aspettavo erano le scene di azione contro la polizia, gli agenti speciali, che di solito in questi film non mancano mai. Non l'ho visto in 3D, ma credo che cambi poco o nulla. 
Recitazione superlativa. Aspettate.. ma Chris Hemsworth che interpreta Thor, sa recitare? Era un blocco di muscoli e barba bionda.. non mi ha dato nessun'emozione. Al contrario del fratellastro Loki, Tom Hiddleston, che rivedremo in The Avengers.
Ah ah ah c'è anche Anthony Hopkins, con una specie di oggeto metallico tipo quello dei Sayan, che gli copre l'occhio. Abbastanza sprecato in quel ruolo. 



           O.O










Menzione a parte, ovviamente, per Natalie Portman. Lei è il motivo per cui ho visto questo film, lei è il motivo per cui il film si salva proprio al limite e riesce a non essere una porcata colossale. Natalie. Che irradia tutto in ogni sua inquadratura, che guida un fuoristrada su cui si abbatte Thor e lì scoppia l'amore.. prr. 

Mi incazzerei, bestemmierei, maledirei il mondo, io, se Natalie Portman mi investisse in pieno? No. Ringrazierei Dio! 










7 novembre 2011

I'll be back!


Caspita, scusate se ho abbandonato il blog per un po' ma tranquilli... sto tornando più in forma che mai!

Intanto vi porgo le mie scuse offrendovi questo stupendo brano dalla colonna sonora di "V per Vendetta" (di cui poi scriverò qualcosa). Complimenti al compositore Dario Marianelli, un italiano, che ha vinto pure l'Oscar nel 2008 per la Soundtrack di Espiazione!




31 ottobre 2011

Raduno fans di LOST




Salve a tutti. È da un bel po' che non pubblico un post. Ho avuto poco tempo, sono costantemente al Festival di Roma a seguire gli eventi e il red carpet. Ma oggi ritaglio uno spazio dedicato a tutti i fans di Lost, il primo sono io!
Una delle numerosissime pagine di Facebook (We Are Lost) dedicate al telefilm più rivoluzionario della storia della televisione, ha proposto un'iniziativa molto interessante: creare un raduno di fan, in cui parlare, confrontarsi, fare amicizia. Insomma, condividere le emozioni che questa serie ci ha regalato. La proposta è recente, quindi non c'è ancora niente di certo. È un problema riuscire a trovare un posto, una città che possa essere facilmente raggiunta dai più, però tentar non nuoce! È una splendida iniziativa che io sognavo da tanto tempo. Questo è il link diretto all'evento su Facebook ---> LOST RADUNO dove potete commentare e fare le vostre proposte.
Dai dai dai mettiamoci l'impegno giusto! Sarebbe stupendo poter incontrare altri fans! Passate parola e ricordate che everything happens for a reason!!!





25 ottobre 2011

Dean e Sam Winchester: le simpatiche canaglie di Supernatural


Telefilm spettacolare in tutto: trama, personaggi, atmosfere ecc. Bravissimi i due protagonisti, Jared Padalecki e Jensen Ackles (ma nomi più facili no eh?), che ogni tanto ci regalano delle vere e proprie chicche che ce li fanno amare ancora di più. Amare il personaggio intendo, non il copro dell'attore.. quello lo lascio alle fans donne. Dato che siamo in argomento dico allora che quasi tutte le protagoniste donne che si susseguono nel corso delle puntate, son belle!




Spettacolare sequenza tratta dall'episodio 5x08. Sub ita.





Ma mettiamoci di mezzo pure la loro apparizione a Quelli che il calcio.. Pazzesca Simona Ventura! Complimenti per l'intervista! ahahahahahahahah!  WTF??








18 ottobre 2011

6° Festival Internazionale del Film di Roma




Come molti sapranno, dal 27 Ottobre al 4 Novembre presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma, si svolgerà la sesta edizione del Festival del Cinema, che quest'anno riuscirò finalmente a seguire. Nei primi due giorni di prevendita sono stati venduti oltre dieci mila biglietti, sono stato molto fortunato a trovarne ancora disponibili per alcuni eventi che poi vi dirò.
Intanto vi linko il programma, in formato PDF che potrete scaricare per orientarvi meglio.


Sono molti gli eventi importanti di questo festival, e tantissimi film provenienti da molte parti del mondo.
Io assisterò a 4 eventi, forse i più importanti e l'emozione già mi assale. Non vedo l'ora.
Naturalmente, vi farò il resoconto della mia esperienza.

Eventi a cui parteciperò.

Si inizia subito col botto. Il 26 Ottobre, assisterò al duetto che "anticipa" il Festival, tra Sergio Castellitto e la bellissima e bravissima Penelope Cruz! Entrambi sono al lavoro per Venuto al mondo (tratto da un libro della Mazzantini). Il duetto poi "raddoppierà" con la partecipazione della Mazzantini insieme a Emile Hirsch, conosciuto in Into The Wild.

Attenzione attenzione! Il 28 Ottobre, prima visione del nuovo film di Steven Spielberg The Adventures of Tintin. Ospite del Festival sarà il protagonista, che ha dato le sembianze a Tintin, Jamie Bell.

29 Ottobre. Forse l'evento che attendo di più. La lezione di cinema, l'incontro col grandissimo Michael Mann, regista di film come Alì, L'ultimo dei Mohicani, Collateral, Heat - La sfida, Nemico Pubblico.

3 Novembre: il premio Marc'Aurelio all'attore viene assegnato quest'anno a Richard Gere, che presenterà Days Of Heaven, di Terrence Malick e parlerà del suo rapporto col regista.







17 ottobre 2011

Ho sognato Megan Fox



Molto prima di Jessica Alba ho sognato Megan Fox. Si, avete capito bene! E poi ho trascritto tutto il sogno su Word, devo dire una delle cose più sensate che abbia fatto nella mia vita.

Siamo in una chiesa enorme, stile cattedrali gotiche. All’esterno c’è uno spiazzo abbastanza grande. C’è molta gente che conosco. Sono seduti in delle sedie attorno a tavolini. Verso la fine della navata, ci sono due lettini. Sopra uno di questi c’è una persona defunta, l’altro è vuoto. Io mi siedo in questo. Dopo un po’ mi spunta davanti Megan Fox. Prima ho intravisto anche un’altra attrice, e infatti gliela faccio notare e Megan fa un cenno di comprensione. Lei sta aspettando che nel lettino mettano un altro defunto che lei conosce. Io mi volto dall’altra parte e resto un attimo in questa posizione. Quando mi volto, Megan non c’è più.

Mi arrabbio, devo fare una foto con lei. Corro nel tavolino dove si trova mia mamma. Le chiedo la fotocamera. Mamma non si muove, continua a parlare con gente mentre fruga in borsa. Le dico di sbrigarsi mentre penso che Megan si stia allontanando sempre più. Mamma finalmente mi dà la fotocamera. Comincio a correre verso l’esterno della chiesa. Mi giro da tutte le parti per trovare Megan ma nulla. Sparita.

Arrivo fino alla fine dello spiazzo e la intravedo all’interno di una macchina nera con i vetri oscurati. Sono dispiaciuto, arrabbiato, sconfortato. Ho perso l’occasione. Dopo ciò, mi ritrovo catapultato a casa di nonna, nell’andito verso la porta di uscita. Chi trovo li? Megan Fox, che se ne sta andando. Io la becco quando è ancora dentro e riesco a parlarle. Le chiedo se posso fare una foto insieme a lei. Lei accetta anche se un po’ infastidita e borbotta qualcosa alla sua amica che scende le scale. Io chiamo mia sorella per fare la foto. Mi avvicino a Megan, è molto più alta di me, bellissima. Dico a mia sorella di sbrigarsi, temendo che Megan se ne andasse via. Mia sorella muove, sposta, capovolge la fotocamera in maniera balorda e mi fa infuriare. Temo che la foto sia uno schifo così ne voglio fare un’altra. Mi volto per dirlo a Megan, ma lei sta già scendendo le scale.
È finita. È svanita, fuggita. La foto ce l’ho, devo solo vedere come è uscita.
Prendo la fotocamera, apro la foto, il sogno finisce.





Sognare Jessica Alba




Si può sognare Jessica Alba? A  quanto pare si. Io l'ho fatto. Stanotte. Scordatevi un sogno erotico, nà nà.. era un sogno pulito, semplice, tutti completamente vestiti. 
Devo dire che mi capita spesso di sognare personaggi famosi, dello showbiz. E quando lo faccio mi piace un sacco. In un altro post, se avrò tempo e spazio, vi racconterò di quando sognai Megan Fox e mi presi la briga di scriverlo e condensarlo in mezza pagina di Word.
Jessica Alba. Uau. Che onore poterla avere anche solo per un secondo nella tua mente, in un sogno bellissimo.. abbracciarla, stringerla a te e dire "ma quanto è bella??". I sogni sono cose straordinarie: ti permettono di andare nei posti che sogni di percorrere un giorno, ti fanno incontrare i personaggi più importanti della tua vita, le star, i tuoi miti, quelli a cui ti ispiri, le tue donne preferite. Perché Jessica Alba è una delle mie donne (dello spettacolo) preferite. È la mia donna preferita. Il mio ideale di ragazza. Semplice, simpatica, di una bellezza abbagliante ma naturale, acqua e sapone. Per questo son contento di averla sognata. In qualche modo si rafforza un legame tra noi: legame tra star e fan

I love you Jessica.







15 ottobre 2011

Cowboys & Aliens



Cowboys & Aliens

Genere: azione, fantascienza, western
Regia: Jon Favreau
Cast: Daniel Craig, Olivia Wilde, Harrison Ford, Sam Rockwell, Keith Carradine
Durata: 118'
Tratto dal fumetto di Scott Mitchell Rosenberg







Non so neanche io come mi son trovato a sedermi al cinema a vedere questo film. Ma comunque è successo. Non avevo visto il trailer, sapevo più o meno di cosa avrebbe parlato. Diciamo che a metà film lo avevo già bocciato. Non mi è piaciuto come Jon Favreau (si, si scrive Jon, non ho sbagliato) utilizzava il western,  mi stavo rompendo un po le palle. Poi però mi son ricreduto. 

Daniel Craig devo dire che se la cava bene nel ruolo del pistolero che si sveglia in mezzo alla prateria americana, con un bracciale speciale ad un braccio e con la memoria persa del tutto. Scopre poi il suo nome, Jake Lonergan e anche di essere un ricercato, sia dallo sceriffo che dal "Colonnello" Woodrow Dolharyde, quest'ultimo interpretato da Harrison Ford, che non vedevo da un pezzo. Quando tutto sta andando alla malora per Jake, ecco che la città viene attaccata dalle navicelle di una qualche forza aliena. Ed è qui che il western si intreccia con la fantascienza pura. Ed è un mix che non dispiace, cosa che non avevo ancora visto fare al cinema.

Gli alieni sono cattivissimi, scordatevi E.T. e l'altra roba, ormai di questi tempi i nostri "fratelli" sono visti solo come una minaccia. Forse è meglio. Sono arrivati sulla Terra per prendersi l'oro, molto raro anche nel loro pianeta e hanno rapito un bel po di gente del paesino di Absolution e anche qualche indiano. Studiano le nostre caratteristiche e ci considerano come insetti, una nullità e per questo non si aspettano di essere attaccati. Si certo..


Comunque il film va avanti fino alla fine senza annoiare più di tanto, merito dell'azione che non si ferma quasi mai: distruzioni, inseguimenti, sparatorie, qualche battutina, e soprattutto lei... Olivia Wilde!
Conoscevo Olivia Wilde solo per fama, perchè era stata eletta donna più sexy di non ricordo quale anno. Non avevo visto nessun suo film e non avevo mai potuto osservare con più accuratezza la sua bellezza. Bhe in questo film ho potuto constatare che questa ragazza è una gnocca assurda! Ogni suo primo piano ti strega, ti ipnotizza con quegli occhi! Ma che diavolo di occhi sono? Azzurrissimissimi! Occhi da aliena! Troppo troppo bella. Molto brava anche. Forse sono anche o soprattuto gli attori a salvare questo film, non che sia una cagata, ma non è "esplosivo". Bella l'idea di fondere west con Alieni; spero che questa miscela venga riproposta. La formula funziona. Poi se ci metti dentro attori bravi come Daniel "007" Craig, Harrison Ford e una straultramegagnocca come Olivia Wilde, ma certo che funziona! Alla grande!


Voto: 7-/10










Sex Tape di Belen Rodriguez


In rete sta impazzando il video hot di Belen, (a quel tempo minorenne), che fa roba con un suo amico argentino, moolto più grande di lui. Più grande di età, piccolo in altre cose.


Che dire: una regia molto "originale", una storia già vista e stravista, attori "in forma".





Esilarante l'arrivo di un gatto siamese che si accomodo al lato del letto, godendosi lo spettacolo.
Voglio il suo autografo! AHAHAHAHAHAH!





6 ottobre 2011

Drive: di Nicolas Winding Refn


Drive (2011)
Regia di: Nicolas Winding Refn
Basato sul romanzo Drive di James Sallis
Starring: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brooks, Bryan Cranston, Oscar Isaac, Christina Hendricks, Ron Perlman
Durata: 100 minuti

Che film ragazzi! Per ora è il migliore, secondo me, di questo 2011. Un anno, per ora, abbastanza privo di titoli significativi. Nicolas Winding Refn, è nuovo nell'ambiente di Hollywood. Danese, conosciuto soprattutto per la trilogia Pusher, che non ho visto, esce alla ribalta con questo Drive, che gli fa vincere il premio come miglior regia al festival di Cannes. Premio assolutamente meritato. Quando si guarda Drive, non è la storia che colpisce, ma il modo in cui viene raccontata e mostrata con le immagini. Una regia pulita, chiara, con delle inquadrature spettacolari.
La storia viaggia tra due binari: una storia d'amore abbozzata, non esplicita, molto intima, e l'azione pura, con alcune scene di violenza dura e cruda.


Siamo a Los Angeles. Il nostro protagonista (Ryan Gosling), di cui non viene mai detto il nome ma si può benissimo chiamare Driver, di giorno lavora in un'officina, fa lo stuntman part-time e di notte fa l'autista per i rapinatori, gli aiuta a scappare il più velocemente possibile. Tutto questo grazie alla sua abilità al volante. È un asso in questo campo, tanto che ha un futuro come pilota di stock car. La sua vicina di appartamento è una ragazza, Irene (Carey Mulligan), con un figlio a carico e il marito, Standard,  in carcere. I due cominciano a conoscersi, sembrano piacersi, ma restano comunque distanti l'uno dall'altra. Il marito di Irene torna a casa, ma il giorno dopo viene pestato: ha un debito e rischia grosso se non pagherà tutto in fretta. Driver decide di aiutarlo, interessato alla salvezza di Irene e di suo figlio. Standard dovrà rapinare un banco dei pegni e Driver farà da autista, ma niente andrà secondo i piani.



"Dammi ora e luogo e ti do cinque minuti: qualunque cosa accada in quei cinque minuti sono con te, ma ti avverto, qualunque cosa accada un minuto dopo sei da solo. Io guido e basta."


Un gran bel film, davvero. Colmo di riferimenti al cinema di genere automobilistico, strizza l'occhio a film come Pulp Fiction di Tarantino, Mulholland Drive di Lynch, a Bullit, alla città di Los Angeles.
La regia di Winding Refn è perfetta per un film del genere. Magnifiche certe panoramiche della città. Scorre un bel po' di sangue che però non pregiudica la buona qualità del film, anzi... 
Una delle cose da sottolineare in questo film sono le frequenti pause. A molti non andranno a genio, le reputeranno noiose ma qui è diverso: le pause sono congeniali alla narrazione, alla descrizione dell'ambiente in cui i personaggi si muovono e al loro carattere. Ryan Gosling interpreta un uomo solo, che sembra non provare emozioni, salvo poi cambiare idea quando incontra Irene e il suo bambino, che sa il fatto suo, è forte, non parla quasi mai, ma quando lo fa lascia il segno.
Da segnalare la presenza di Bryan Cranston, star di Breaking Bad, ottimo anche lui, il datore di lavoro di Driver.
Colonna sonora di Angelo Badalamenti, compositore anche delle musiche di Twin Peaks. Stupenda la canzone sui titoli di testa che ritorna in altre parti del film: College feat Electric Youth - A real Hero. Davvero splendida.









5 ottobre 2011

"Milano calibro 9" (1972) di Fernando Di Leo


Milano calibro 9
(Italia 1972)
Regia: Fernando Di Leo
Cast: Gastone Moschin, Mario Adorf, Barbara Bouchet, Frank Wolff, Philippe Leroy
Genere: Poliziesco, Noir




Una volta esisteva il cinema italiano, il cinema di genere, quel cinema osannato e amato alla follia da registi come Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, per citarne due. Parliamo degli anni 70, del cosiddetto poliziottesco, il noir, che rese il nostro cinema nuovamente famoso in tutto il mondo. Tra questi due generi si inserisce il film di Fernando Di Leo "Milano calibro 9", considerato il suo capolavoro. Il primo della trilogia del milieu, seguito da La mala ordina e Il boss. Siamo di fronte ad un film cupo, in cui percepiamo l'aria di quegli anni, gli anni di piombo.

I primi 5 minuti sono spettacolari: la tensione entra in noi già dalla prima inquadratura, merito anche alle musiche di Luis Bacalov con la collaborazione del gruppo prog-rock degli Osanna. Un duo perfetto. Musica e immagine si fondono riuscendo a non far perdere al film la suspense e a farlo filare liscio fino alla fine senza noie.




Ugo Piazza (uno straordinario Gastone Moschin) è un criminale che esce di prigione dopo 3 anni, rapina andata male. Lo fermano per strada gli scagnozzi di un potente uomo della mala, l'Americano. Ugo è accusato di aver sottratto 300mila dollari dell'organizzazione e di averli nascosti chissà dove. Egli nega tutto, ma loro non ne vogliono sentire: lo pedinano, gli sfasciano la stanza d'albergo, sono pronti ad accopparlo.



Ugo chiede aiuto a Don Vincenzo, un vecchio boss ora cieco (profetico con la sua frase: "Se continua così vedrai che faranno l'antimafia pure per Milano."), e al compare Chino,un killer, coraggioso e rispettato, interpretato da Philippe Leroy. Ugo viene riaccettato nella cerchia dell'Americano, per il quale dovrà lavorare, ancora convinto che sia stato lui a prendere i soldi.
Piazza deve fare i conti anche con la polizia, che lo pedina, desiderosa di arrivare a mettere le mani sull'Americano.
Bello lo scambio di battute e la zuffa a parole tra il commissario e il suo vice su chi sia meglio tra ricchi e poveri e sui problemi causati dagli emigranti meridionali.
Durante il film scorre poco, anzi pochissimo sangue; non ci sono inseguimenti o grandi sparatorie. Ma è il doppio gioco, la tensione, il fatto di trovare tutti contro tutti, il non sapere chi è il traditore, a portare avanti in maniera grandiosa questo film fino al colpo di scena finale, in parte, alquanto inaspettato.

Ugo Piazza è un uomo di ferro, tutto d'un pezzo, freddo, sembra non provare sentimenti. A scioglierlo ci pensa Barbara Bouchet, stupenda nell'interpretare Nelly, una ballerina di un locale notturno, che sembra conoscere Piazza da molto tempo. 
Barbara Bouchet ha stregato pure Quentin Tarantino entrando in scena ballando, in una scena che è diventata un'icona del cinema italiano di quegli anni, ripresa e omaggiata anche da Robert Rodriguez nel suo Planet Terror.




La lap dance di Rose McGowan in Planet Terror



Film stupendo. Uno dei migliori polizieschi italiani, anche se qui ci troviamo soprattutto di fronte ad un noir. Ottima la regia, ottima la fotografia che ci pone davanti una Milano, cupa, il cui il crimine sembra farla da padrone. Gli attori sono perfetti. Mario Adorf, che ritroviamo anche ne La mala ordina, è spassosissimo. Per non parlare di Gastone Moschin, così fermo, così duro, interpretando un personaggio molto difficile. Il film è impreziosito poi da una splendida Barbara Bouchet, bellissima. I suoi occhi riescono a stregare qualsiasi essere vivente sulla faccia della terra.



Se ne facessero ancora film così! Questo era cinema italiano, tutto il mondo ci conosceva per questo, venivamo acclamati per questo. E ora? Ora ci dobbiamo sorbire quelle ca***te di cinepanettoni! Cosa è successo?? Dobbiamo svegliarci, organizzarci! Dobbiamo riportare in auge questo genere! E far parlare ancora del nostro cinema! Non è difficile. Servono idee, e serve gente in gamba. Ma credo che queste cose non ci manchino. 

Quentin Tarantino:

[Il cinema italiano odierno] mi deprime. Lei forse vedrà più film italiani di me, ma quelli che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutti uguali. Non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Me lo dica lei. Ho amato così tanto il cinema italiano degli Anni '60 e '70 e alcuni film degli Anni '80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia. 








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