8 gennaio 2018

TANGERINE - Viaggio pirotecnico nelle sottoculture di Los Angeles


TANGERINE è un film di Sean Baker, interamente girato con Iphone 5s.
Lo potete trovare su NETFLIX.

Crescendo ho imparato ad apprezzare film che raccontano di persone ai margini della società, che agiscono in luoghi dimenticati da Dio, ai limiti dello schifo e della decenza; o che agiscono in luoghi in cui la società brulica, si muove e cresce, come nelle metropoli più grandi che dentro di esse inghiottono di tutto. Mi piace osservare le varie sottoculture che la nostra società presenta, le cose che non conosco e che non posso conoscere così facilmente. Vivendo in un paese di qualche migliaio di abitanti, essere catapultati seppur virtualmente nella periferia di Los Angeles è una bella botta. Coi film studio, accresco la mia cultura. Forse è proprio questo che mia madre non capisce.

Ho fatto l'errore di mettere Tangerine alla tv (collegando il pc), mentre mia madre era sul divano. Non ha potuto non rivolgere lo sguardo allo schermo, e con quelle immagini che ti attirano subito, si è messa a guardarlo, anzi a vederlo. Ha resistito tipo un quarto d'ora. Ora, dovete sapere che Tangerine parla di una prostituta transessuale, Seen-Dee, che una volta uscita di galera scopra che il ragazzo/pappone pare averla tradita con un'altra bitch. Questa Seen-Dee è una che non le manda a dire, che non sta mai zitta,  e continua a sproloquiare per tutto il film, contro le sue colleghe, contro i passanti, contro il suo pappone barra fidanzato, e cammina, cammina veloce tra i marciapiedi illuminati di Hollywood o West Boulevard, e tutto questo non fa altro che dare ritmo al film, che scorre velocissimo come un trip, abbagliandoti col fiume di parole e con le luci della strada e i colori saturati della fotografia.
Già dal setting iniziale potete capire quanto mia madre abbia storto il naso già nei primi dieci minuti. Lei è una che continua a borbottare se mi becca guardando un horror (non sapendo che spesso sono arte) perché pensa che un giorno possa fare anche io quello che fanno quei pazzi sullo schermo. "Un giorno ci ucciderai a furia di guardare queste cose", sì ha detto davvero più o meno così, ovviamente secondo lei scherzava, ma sotto sotto s'incazza davvero se mi vede guardando certi film. Ricordo ancora quando si lamentò perché stavo guardando CSI Las Vegas su Italia 1. Era la stagione del killer delle miniature, non so se avete presente. Vabbé era la trama orizzontale di CSI, quindi io ogni settimana ero li a sbavare davanti a Grissom e compagni. E mia madre osò lamentarsi anche per quello! Volevo scappare di casa, davvero, non sapevo più cosa fare. Ma ormai non mi incazzo più di tanto. Il fatto è che mia madre è ignorante in campo cinematografico, quindi non posso pretendere che reagisca in un certo modo ad un determinato film che magari a me fa impazzire. C'è proprio un divario generazionale e culturale difficile da colmare. Quando poi però vedo attorno a me molti genitori appassionati di cinema, che si siedono coi figli a guardare Xavier Dolan o Tarantino, un po' mi intristisco e li invidio... Ma è andata così, che ci posso fare. Non mi lamento comunque più di tanto. Però quando mamma si alza dicendo "Non capisco perché sto continuando a vedere queste cose stupide" un po' m'incazzo e rispondo pacatamente "a me piacciono queste cose che mostrano varie sottoculture" e mamma rincara la dose rispondendo quasi a bassa voce in tono sarcastico "sì, ma molto sotto"
Ma sì, continuiamo a fingere che certe cose non succedano nel nostro bellissimo mondo. Continuiamo a preoccuparci solo del nostro orticello, della nostra bella cultura. Fottiamocene della vita delle periferie, dei quartieri più schifosi delle metropoli, della gente che lotta ogni giorno in giungle di cemento e asfalto. Non dico che mia mamma se ne freghi, ovviamente no, ma non accetto che mi si biasimi se sto guardando un film sopra le righe, che racconta cose sì deprecabili, ma che appartengono alla vita di tutti i giorni. Perché facendo ciò mi sento quasi in colpa. Ma non devo, non devo assolutamente vergognarmi per ciò che vedo, sia brutto, schifoso o malvagio. Ripeto, coi film studio, accresco la mia cultura... e ne vado fiero.
Tangerine racconta di persone, di luoghi, di una società ai margini; ma una società che vive, proprio come fa il resto di noi. Persone che lottano per sopravvivere, rischiano la vita, combattono contro le ingiustizie, le discriminazioni. Seen-Dee vuole trovare l'amore della vita a cui aggrapparsi, probabilmente per resistere in quel mondo, ma probabilmente non lo troverà mai, è condannata a non trovarlo; l'amica del cuore Alexandra vuole esibirsi nei locali come cantante, ma sappiamo tutti che non ci riuscirà mai; il tassista armeno Razmik, padre di famiglia, va coi trans, anche la vigilia di Natale, mettendo a rischio la stabilità di una famiglia già precaria. 
Sono storie che non possono avere un lieto fine, con protagonisti persone che stanno nel fondo della società, lì dove non guarda nessuno, o dove nessuno vuole vedere. Quindi ringraziamo il cinema che apre una finestra su questi mondi, aiutandoci a conoscere un po' meglio la società in cui viviamo, con tutte le sue sfumature, i pregi e difetti. Capiremo soprattutto che noi siamo solo un puntino in questa vastità di mondo. C'è un sacco di vita lù fuori che noi non conosciamo minimamente. Diversa da noi nell'aspetto, ma simile a noi nello spirito. Quindi cerchiamo di non giudicare troppo, ma di capire un po' di più.

Voto: 7,5/10




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