18 ottobre 2017

Eden Lake


Adoro i film che mi fanno incazzare, non perché fatti col culo, ma perché presentano una storia che mi fa rabbia e dei personaggi che prenderei a pugni. Eden Lake, oltre a farmi venire voglia di sfondare a calci la faccia degli antagonisti, mi ha tenuto col fiato sospeso e i denti serrati per tutta la visione, e proprio per questo lo reputo uno dei migliori survival horror che abbia visto. 

Dentro non ci troviamo cose geniali, il plot non è innovativo (rispetta abbastanza gli standard del genere), ma il modo in cui è confezionato lo rende un prodotto egregio e soddisfacente. Ci sono però alcune cose degne di nota, che lo rendono effettivamente un gran film rispetto ad altri della sua categoria: 

- l'atmosfera che si respira e gli scenari, soprattutto il paesino, mettono i brividi pur nella loro bellezza; 
- i due attori protagonisti, Michael Fassbender e tale Kelly Reilly, risultano perfetti e convincenti nel passare dalla felicità idilliaca di una coppia di innamorati alla disperazione e paura per essere braccati. Ci sono un paio di scene in cui la capacità attoriale si palesa in tutta la sua potenza (vedi Fassbender sofferente dentro la capanna di legno), e la prova della ragazza risulta la più convincente nonché difficile perché riesce a farci provare un'empatia assurda e a coniugare dolore fisico, disperazione, istinto di sopravvivenza e rabbia, in maniera mai esagerata ma sempre misurata e giusta.
- gli antagonisti sono la vera particolarità di questo film. Sono dei ragazzini, brutti come la fame (complimenti al casting), con facce tipicamente inglesi, che non vorrei incontrare neanche per sbaglio. La cosa più angosciante è proprio questa, vedere che i killer/cattivi non sono dei mostri o delle persone affette da malattie, ma sono degli esseri umani "sani", che ragionano, e per di più... dei ragazzini... 
E tutto questo mette angoscia, disturba, dà fastidio. Aggiungiamoci poi l'odio smisurato per il capo branco, che in fin dei conti non fa nulla ma costringe gli altri a far del male, alla fin fine vittime anche loro del carnefice e della peer pressure, il condizionamento, quando ti trovi a far parte di un gruppo, di una gang, e fai tutto ciò che fa il gruppo, che diventa parte di te.
- il finale del film è devastante. E non importa se poco prima intuiamo già come potrebbe finire, non importa. Quando succede, e succede lentamente, ti fa male, ti senti impotente, stringi i pugni e soffri in silenzio, a bocca aperta.

Sebbene la sceneggiatura scivoli in un paio di punti (ma possiamo anche fregarcene), il film è davvero scritto bene, e il forte accento inglese dei protagonisti dona al tutto un'aria più drammatica e reale. Mi è piaciuto anche come il messaggio di fondo sui giovani e l'educazione sia stato tenuto proprio in fondo ma non troppo, quel tanto che basta per rifletterci e farti incazzare. E il finale del film dimostra che la natura dei ragazzi problematici come il protagonista, che la mattina è un bulletto e la sera si trasforma in killer, è stata plasmata dall'ambiente circostante, dalle persone che sono attorno, da un disagio sociale che è piaga delle periferie e anche delle zone più remote di qualsiasi paese. 

Voto: 7,5





5 commenti:

  1. Film davvero molto bello! Peccato che dopo un esordio simile il regista si sia perso...

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    1. Ho visto che all'attivo ha solo 3 film da regista. Infatti sono rimasto un po' sorpreso. Che esordio però!

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  2. Un filmone davvero, capace di inquietare come pochi.
    Peccato, come dice Jean, che poi il regista si sia perso.

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  3. Film terribilmente generico e dozzinale, a dir poco. Scontato ed estremamente prevedibile.

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