Il pregio più grande che mi sento di riconoscere a questo
film è che non è piaciuto a tutti, creando una evidente spaccatura tra il
pubblico. Negli ultimi tempi avevo anche io criticato Tarantino auspicando
infatti che il buon vecchio Q. si allontanasse un giorno o l’altro dalla
struttura classica delle sue opere o che magari tornasse al passato. Con The
Hateful 8 aveva cominciato a cambiare, con un’eco a Le Iene e a un cinema più
rilassato e meno fumetto. Infatti già quel film era stato accolto non benissimo
ed era stato pure considerato noioso. Ora, ho letto commenti che bollavano Once
Upon A Time In Hollywood come “noioso quanto The Hateful 8”. Si dice sempre più
spesso che andrebbe tolto il diritto di voto per quelle persone che sparano
minchiate su argomenti seri, io vieterei l’ingresso al cinema a certe persone
per determinati tipi di film. Per me, OUATIH è un film che per essere amato e
compreso ha bisogno di due cose: conoscenza dell’autore e buona cultura
cinematografica. Se non conosci Tarantino e in vita tua hai visto pochi film o
comunque film che non necessitano un’apertura mentale importante, allora corri
il rischio di non apprezzare a fondo l’ultima fatica di Quentin.
Cos'ha fatto Tarantino? Ha creato un film tipicamente
Tarantiniano ma cambiando alcune cose. Questo ha spiazzato lo spettatore medio
che si aspettava tutt'altro. Ho letto critiche sull'assenza di trama, eppure
questo film una trama ce l’ha, e se tu non la vedi allora è un tuo problema,
non di Tarantino. Ma poi basta con questa storia che i film debbano avere una
trama ben visibile. Lo spettatore medio vuole la sicurezza, vuole che il film
vada dal punto A al punto C, passando prima dallo snodo del punto B. Se lo spettatore medio non
ha ben chiaro e visibile questo percorso sotto gli occhi, allora va fuori
strada, non riesce a capire il perché di quello che vede sullo schermo e
automaticamente dice che il film non ha trama. Ma se mi dici che OUATIH non ha
trama allora non capisci un cazzo.
Questo film è essenzialmente una fiaba. Abbiamo il paese
incantato, Hollywood; l’eroe (in questo caso più un anti eroe) Rick Dalton;
l’aiutante dell’eroe, Cliff Booth; abbiamo la principessina “da salvare”, Sharon
Tate; i cattivi, ovvero la setta di Manson; e possiamo metterci in mezzo pure
l’oggetto magico ovvero il lanciafiamme. Una fiaba, né più né meno. Se vediamo
il film in questi termini allora ci sarà più chiaro tutto.
La tanto agognata trama è costituita da scene di vita di
tutti questi personaggi. Sequenze che ci raccontano un mondo, quello di
Hollywood, e un’epoca spartiacque, il finire dei gloriosi anni 60. Tarantino
non vuole raccontarci una storia complessa di personaggi che devono fare cose,
che cercano di farle per tutto il film e alla fine del film riescono a farle.
No. Ci vuole raccontare uno spaccato dell’America ma soprattutto un momento
fondamentale per il suo amato Cinema, un cambiamento radicale, il passaggio fra
vecchio (Rick Dalton, la tv, il vecchio cinema) e nuovo (Polanski, la New
Hollywood). Questo è essenzialmente il suo intento: regalarci uno sguardo verso
qualcosa che non c’è più e che noi non abbiamo mai visto, qualcosa a cui lui ha
assistito e che l’ha segnato. Ecco perché possiamo benissimo considerare questo
come il suo film più personale e intimo. Molto più degli altri. Ed è questo il
motivo principale per cui mi è piaciuto un casino.
Tarantino mixa personaggi reali a personaggi fittizi, creando
così la sua personalissima fiaba che parla di Cinema. Per questo il finale del
film non può che essere così. Tarantino stravolge il corso della storia reale,
come aveva fatto con Hitler in Inglorious Basterds, ai fini della sua di
storia, o di fiaba. La vicenda di Sharon Tate è solo un escamotage per
raccontare l’amicizia fra Rick e Cliff e la parabola ascendente di entrambi.
Happily ever after. E vissero tutti felici e contenti. Così solitamente si
concludono le fiabe. Così si conclude anche questa di fiaba. Sharon Tate
sopravvive, Cliff è l’eroe che salva tutti (e salva pure la sua amicizia con
Rick), mentre Rick grazie all’attacco della Manson Family trova una luce di
speranza per la sua carriera. Grazie ai fatti di quella notte viene invitato a
casa della Tate (che si scopre essere una grande fan di Rick fucking Dalton), e
probabilmente in futuro avrà l’onore di conoscere Polanski e perché no,
recitare in un suo film. Tutto è bene quel che finisce bene. Chi dice che
stravolgere la storia vera del massacro di Cielo Drive sia stato irrispettoso
verso le vittime o che sia stato uno spreco ai fini della storia del film,
sbaglia di grosso ma soprattutto non ha colto la vera essenza del lavoro di
Tarantino. La gente che si aspettava un film pulp sulla Manson Family sarà
rimasto deluso, perché Tarantino sorprende tutti raccontando tutta un’altra
storia. E io dico grazie al cielo. C’è chi avrebbe preferito maggiore spazio e
risalto alla Manson Family. Ma perché? A quel punto sarebbe stato un altro
film, perché o fai una o fai l’altra cosa. Staremmo parlando del solito
Tarantino ricco di violenza, scene esagerate e dialoghi incredibili. Ma che
palle, soprattutto in quello che dovrebbe essere il suo penultimo film. Invece
possiamo godere di un film così fottutamente Tarantiniano ma anche DIVERSO
dagli altri. E questa è la cosa che apprezzo di più e per la quale mi viene da
ringraziare Quentin.
Per quanto riguarda le differenze coi film precedenti,
possiamo citare subito la presenza meno forte della violenza (marchio di
fabbrica del buon Quentin), caratteristica già evidente in The Hateful 8, ma
soprattutto i dialoghi. Quentin ci ha sempre abituati a dialoghi lunghi, densi,
spettacolari, da imparare a memoria, che tratteggiavano sì un po’ il carattere
dei personaggi ma che fondamentalmente non erano così tanto necessari ai fini
del racconto. Qua in OUATIH invece fa il contrario. Non ci sono dialoghi
eccessivamente lunghi, a parte un paio. Ogni dialogo ha senso di esistere per
lo svolgimento della storia. Pensiamo al lunghissimo scambio di battute (che
molti troveranno noioso) tra Rick e quella cazzo di bambina doppiata in modo
odioso. Il dialogo procede crescendo di intensità fino a culminare col pianto
di Rick che riflette sulla sua vita e carriera. Grazie a quel dialogo, qualche
scena dopo Rick la farà vedere a quella cazzo di bambina e a quel cazzo di
collega dando la sua miglior interpretazione attoriale. Possiamo anche citare
il dialogo iniziale tra Al Pacino e Rick. Lungo ma essenziale. Da lì Rick
comincia a capire di avere le ore contate, se non cambierà rotta (andando in
Italia a girare i cazzo di western!!!).
Credo di avervi fatto capire abbastanza bene che questo film
mi è piaciuto veramente tanto. Ma forse non abbastanza, quindi elencherò alcune
delle cose che mi sono piaciute di più.
La fottuta
regia di questo film è una roba che mi fa venire la bava alla bocca. La
padronanza del mezzo da parte di Tarantino raggiunge l’apice. Ma si sa che
accanto a un grande regista c’è sempre un grande direttore della fotografia,
per questo non si può non citare lo straordinario lavoro di Robert Richardson
(forse la sua migliore opera con Tarantino).
La sequenza del ranch è da manuale. La tensione che Tarantino riesce a creare e
a portare avanti per una decina di minuti è pura poesia, con un montaggio
sonoro incredibile. Sequenza che prima ti fa venire i brividi perché ti aspetti
chissà cosa (Cliff ammazzato, il vecchio George morto etc.), mentre in realtà
si conclude con la scena più comica del film, il dialogo fra George e Cliff. Questo
film è tutta una sfilza di scene che portano lo spettatore ad aspettarsi una
cosa ma poi lo sorprendono con tutt’altro: l’incontro tra Bruce Lee e Cliff che
viene interrotto, senza un vincitore; la sequenza del ranch; lo stesso finale
col mancato assassinio di Sharon Tate ma con lo sterminio degli hippie.
Voglio
spendere due parole per il personaggio di Sharon Tate. Già dopo la
presentazione a Cannes, e soprattutto con l’uscita negli USA, si polemizzava
sul fatto che al personaggio interpretato da Margot Robbie fossero state date
pochissime battute e che fosse stato trattato non benissimo. Ero un po’
preoccupato, ma mi son dovuto ricredere. Il personaggio di Sharon Tate è
meraviglioso. Così dolce, spensierato, pieno di vita, di speranza per il
futuro. Una metafora del nuovo cinema. Le scene a lei dedicate sono
meravigliose, una fra tutte quella in cui va assiste al suo film al cinema per
scoprire la reazione del pubblico. Commovente.
Degli attori
neanche ne parlo in maniera approfondita perché non avrebbe senso. Cosa dovrei
aggiungere? Basta vedere le performance. E pensare che l’ho visto due volte ma
doppiato. Quando lo guarderò in inglese come reagirò? Di Caprio in grandissima
forma, prova difficilissima e probabilmente meglio di quella in The Revenant
che gli ha fruttato l’Oscar (avete mai visto The Aviator di Scorsese?). Margot
Robbie io la amo quindi sono di parte. Dolcissima e ipnotizzante, merito anche
del personaggio scritto da Quentin. Ma il mio preferito resta Brad Pitt,
immenso. Il personaggio migliore del film, e uno dei migliori di Tarantino.
Fottutamente meglio del Tenente Aldo Raine, più personaggio vero e meno
macchietta esagerata. Cliff Booth ce lo ricorderemo per molto tempo. Nomination
all’Oscar pe entrambi gli attori prima di subito. La prova di Brad Pitt sembra
semplice ma non lo è affatto. Spesso interpretare un personaggio calmo e pacato
è più difficile di interpretarne uno sopra le righe (guardate Casey Affleck in
Manchester By The Sea).
Menzione
speciale per la musica. Perfetta, come sempre del resto.
L’ho
lasciata per ultima non perché meno importante ma anzi perché è la cosa
migliore del film: il personaggio della hippie Pussy, il cui nome è tutto un
programma, con le sue gambone e quel visino al quale difficilmente riusciresti
a resistere e per il quale faresti qualsiasi cosa. Abbiamo tutti invidiato
Cliff in quel momento.
Ci sarebbero
altre mille cose da dire su questo film ma ho scritto anche troppo… E poi è
sempre meglio parlarne davanti a una birra piuttosto che davanti a uno schermo.
E poi cazzo devo trovare un posto dove appendere il poster gigante che ho preso
dal Cinema.
Comunque è
il film migliore che potessimo aspettarci. Davvero.
Grazie Quentin. Alla prossima!
Acquista subito il Blu-Ray!
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Vedo che UOAT ha incassato relativamente poco, meno della metà di JOKER.
RispondiEliminaMa per me è da Oscar (almeno sarà nominato).
Pensandoci bene, penso che ai giovani (diciamo agli under 40) la Hollywood degli anni '60 sembra preistoria; a loro sembra bellissimo e attualissimo JOKER perché parla della miseria e della disperazione delle megalopoli.
Sono d'accordo soprattutto sulla grandiosità della sequenza al ranch e sulla grandezza di Brad Pitt in questa interpretazione, una spanna sopra tutti!
RispondiEliminaIl mio nome è Enar ..
RispondiEliminaSono così felice che il mio matrimonio sia stato rinnovato. La mia ex moglie è tornata quando ha lasciato me ei nostri 2 figli a un altro uomo. Sono stato felice di incontrare il dottor Adeleke perché aiuta molte persone a riportare indietro il loro amante, quindi lo contatto per aiutarmi. è così che il dottor Adeleke mi ha aiutato a riportare indietro mia moglie. Grazie, dottoressa Adeleke, perché non avrei mai pensato che il mio ex marito sarebbe tornato da me così presto. Sei il migliore e il migliore del mondo. Se sei qui e hai bisogno che il tuo ex ragazzo o la tua ragazza si trasferiscano da un altro uomo, non piangerai più, contatta questo potente scrittore. Bene grazie! Whatsapp +27740386124 o Email: aobo501@gmail.com...