Dopo West Coast, anche questo secondo singolo è di una bellezza incredibile.
ULTRAVIOLENCE si prospetta un album stupendo, "duro" e sporco, con sonorità lontane dalla 'leggerezza' di Born To Die, anche perché prodotto da Dan Auerbach dei The Black Keys, e quindi una garanzia.
Speriamo che Lana riesca a confermare il fatto che, secondo me, è una delle cose migliori e fighe che la musica possiede in questo momento.
Titolo originale: Edge of Tomorrow Paese di produzione: USA Anno: 2014 Durata: 113 min. Genere: azione, fantascienza Regia: Doug Liman Interpreti principali: Tom Cruise (Tenente Colonnello Bill Cage), Emily Blunt (Rita Vrataski)
Adattamento cinematografico della light novel All You Need Is Kill, scritta da Hiroshi Sakurazaka nel 2004 ed illustrata da Yoshitoshi ABe.
In un futuro prossimo una razza aliena, i Mimics, ha colpito la Terra con una forza così massiccia da non dare alcun tipo di speranza agli eserciti terrestri. Il tenente colonnello William "Bill" Cage è un funzionario dell'esercito che, senza alcuna esperienza di combattimento, viene catapultato in quella che pare una missione suicida. Egli infatti muore all'inizio della sua prima battaglia, ma si ritrova bloccato in un loop temporale, in cui è costretto a rivivere continuamente la medesima tragica sequenza di eventi, che culmina ogni volta con la sua morte. Cage trova un'alleata nella soldatessa Rita Vrataski delle Forze Speciali. Scontro dopo scontro, ciclo temporale dopo ciclo temporale, Cage e Vrataski aumentano la loro abilità di combattimento. Ogni battaglia che affrontano, li porta sempre più vicini alla vittoria. (wikipedia)
Avevo visto il trailer di questo film per ben tre volte al cinema e, ad essere sincero, non avevo molta voglia di andarlo a vedere. Approfittando dell'anteprima gratuita al The Space di Roma, ho colto l'occasione e l'ho visto, restando pienamente soddisfatto.
Negli ultimi anni il cinema ci ha mostrato tantissimi tipi di alieni, spesso uno più brutto dell'altro, e anche Edge of Tomorrow ci propone i suoi. Sono degli alieni originali, niente di eclatante ovviamente, ma qualcosa di diverso dal solito stereotipo di alieno; in più sono rapidissimi, si muovono a velocità incredibile e questo mette ancora più ansia perché gli uomini, nei combattimenti, devono agire e pensare in modo rapido, altrimenti non hanno via di scampo.
Il protagonista, tenente colonnello Bill Cage, non è il classico soldato super fortissimo e intoccabile: è un codardo, ha paura al solo pensiero del sangue, non è pronto per la battaglia. Questa sua caratteristica è un elemento fondamentale del film, perché lo spettatore riesce ad empatizzare molto di più col personaggio, perché soffriamo con lui, entriamo in panico come lui e ci addestriamo con lui.
Il film presenta un ritmo incalzante, veloce, un montaggio spettacolare (il regista Doug Liman ha diretto anche The Bourne Identity che faceva del montaggio un suo punto cardine) e una regia pulita, chiara, perfetta, e non strafottente o desiderosa di strafare come capita spesso in lavori di questo tipo.
Tanti posso temere la classica americanata (che a me piace, tra l'altro), ma qua non c'è da preoccuparsi. Ripeto: niente è portato all'esagerazione e all'esasperazione.
Con una struttura del genere c'è il rischio di far perdere la pazienza allo spettatore, che potrebbe perdersi, in questo vortice di reset temporale continuo, ma la discreta sceneggiatura evita questo rischio facendo progredire la storia senza vuoti o incoerenze, fino ad arrivare ad un finale più che soddisfacente. In questo senso, vero punto di forza del film è la presenza di varie gag divertenti che strappano un sorriso, ammorbidiscono alcune situazioni e rendono più piacevole e scorrevole la visione (specialmente all'inizio).
Ottimi i due attori protagonisti. Tom Cruise ci conferma che la figura di action-man gli sta cucita addosso ed Emily Blunt è bravissima nel caratterizzare la figura di una soldatessa forte, coraggiosa e umana.
Sono passati 4 anni da uno dei giorni più strani, fighi, sconvolgenti, particolari e meravigliosi che io abbia mai vissuto. Un giorno in cui ho detto addio (ma più che altro arrivederci) ad un pezzo della mia vita. Perché questo è Lost per me, una cosa che trascende la semplice finzione cinematografica. E non m'importa se il Finale a molti non è piaciuto, io c'ho pianto il mondo in quegli ultimi 10 minuti, perché dire addio a quei Personaggi dopo 5 lunghi anni passati con loro è DEVASTANTE. Devastante come l'effetto che "The End" mi fa ancora oggi (per questo lo riguardo pochissime volte), ancora dopo 4 anni e per sempre così.
Possono inventare tutte le Serie che vogliono, ma niente e nessuno smuoverà questa dal mio cuore.
"The most important part of your life, was the time that you spent with these people."
Oggi è la festa della mamma, e come non approfittare dell'occasione per fare gli auguri a una delle MAMME migliori della storia del cinema? Stiamo parlando della brava, socievole, premurosissima, ma soprattutto viva,Signora Bates! La madre di Norman, il protagonista di Psycho (il capolavoro di Alfred Hitchcock)!
Due anime ribelli, libere, belle, il loro incontro, la loro unione, la passione sfrenata, la musica, i tatuaggi, il senso di onnipotenza nello stare assieme, la bellezza della vita, una figlia bella come il sole, la malattia, la disgrazia della vita, la depressione, l'alcol, il senso di impotenza, la rabbia, la debolezza.
Ecco, prendete tutti questi elementi e mischiateli, avrete così ALABAMA MONROE.
Non avevo letto nulla a riguardo, né visto il trailer o altri filmati. Sapevo che quasi tutti avevano dato dei pareri molto positivi. Un film belga, sì. Un film molto americano, sì.
Una storia super drammatica, narrata utilizzando una regia pazzesca e un montaggio che frammenta gli eventi, gli scambia, gli incastra, conferendo alle immagini e alla storia una potenza incredibile, avendo anche il merito di non annoiare mai e non scadere mai nel banale. La pellicola, infatti, affronta tantissimi temi importanti. Al centro c'è l'amore incredibile fra due persone, che dopo il loro incontro vivono una passione sfrenata in cui sono liberi e beati; l'arrivo inaspettato di una figlia stupenda, ma soprattutto l'improvvisa malattia che si abbatte contro di lei. E a subire di più le conseguenze del cancro, sono soprattutto i genitori, la cui vita cambia radicalmente. Sprofondano in un baratro, dal quale è difficilissimo uscire. Niente è più come prima. La vita è una puttana, non ti regala niente.. e quando lo fa trova sempre il modo di riprenderselo..
Uno dei migliori film del 2014. Qualcosa di straordinario, di una potenza stilistica e narrativa incredibile. Andrebbe visto anche solo per il montaggio, la fotografia, le musiche e per i due attori protagonisti, ovvero Johan Heldenbergh e Veerle Baetens. Dire bravissimi è un eufemismo. Straordinari direi! Unica nota dolente l'orribile e scandaloso doppiaggio italiano che rovina così la magnifica prova della protagonista.
Avrei voluto scriverne appena l'ho visto, due mesi fa, ma ero troppo sopraffatto dalle emozioni. Prima o poi metterò i pensieri in ordine e scriverò il mio personale ringraziamento verso questo film. Riporto però le poche parole che avevo espresso dopo la visione. Mi sto ancora asciugando le lacrime.
Ci sono quei film che ti entrano dentro, ti scuotono, smuovono qualcosa dentro di te, riescono ad emozionarti in una maniera incredibile, magari perché li vedi in un momento particolare della tua vita, ed è come se il film arrivasse in quel preciso momento per un motivo, quasi a ricordarti quello che sei o che potrai essere, o ad accendere una scintilla dentro di te.
Nella sua "complessa semplicità", Her è un po' tutto questo. Un gioiello da tenere stretto.
Sarebbe bellissimo se un opera così vincesse l'Oscar come Miglior Film, ma anche se non succederà, nel mio piccolo universo personale ha già vinto. (Non è stato il Miglior Film per l'Academy, ma per me sì.)
La storia d'amore del 21' secolo.
Malinconico. Sensibile. Delicato. Meraviglioso. Un gioiello.